Cani, gatti e mucche avvertono i terremoti
La sensibilità degli animali ai sismi è oggi confermata anche da un’approfondita indagine statistica che si è svolta in Giappone dopo il terribile tsunami del 2011.
I primi a essersene accorti erano stati i Greci, in seguito a un violento terremoto avvenuto nel 373 avanti Cristo.
Da allora, di ipotesi sul fatto che gli animali potessero predire catastrofi naturali se ne sono fatte tante.
Ma è stato dopo il terribile tsunami del 2011 in Giappone che la ricerca ha fatto un significativo passo avanti verso una dimostrazione scientifica dell’allerta anticipatoria di cani, gatti e altri animali domestici in vicinanza dei terremoti.
Il ricercatore Hiroyuki Yamauchi e il suo team hanno infatti deciso di studiare a fondo le loro reazioni in caso di cataclismi, raccogliendo le testimonianze di più di 1200 proprietari di cani e 703 di gatti: tutti avrebbero confermato atteggiamenti anomali degli animali a pochi minuti dal sisma.
È stato però, osservando i dati disponibili sulla produzione di latte giornaliera registrata dalle fattorie, che si è fatta la scoperta più interessante: molte mucche sparse per la nazione – a Ibaraki, a 340 chilometri dall’epicentro, e a Kanagawa e Shizouka – hanno infatti prodotto quantità di latte decisamente inferiori proprio il giorno dello tsunami, l’11 marzo del 2011.
Nel 60 per cento circa dei casi l’ansia degli animali, allertati grazie a olfatto, orientamento e sensibilità tattile più sviluppati rispetto all’uomo, si ha entro i due minuti che precedono l’impatto: un tempo sufficiente per far evacuare palazzi e abitazioni.
Ora, alla luce della rilevanza statistica degli episodi verificati, i ricercatori giapponesi stanno procedendo con l’analisi dei precisi meccanismi che possono innescare nei nostri fedeli compagni di vita la percezione della catastrofe naturale.