Capire il carattere del pastore svizzero: il test di Campbell
Poco meno di una cinquantina d’anni fa lo psicologo canino William E. Campbell mise a punto un test comportamentale per la selezione del cucciolo che, ancora oggi impiegato, può fornire informazioni circa il temperamento dei giovani cani.
La prova, articolata in cinque passaggi, può essere eseguita in maniera alquanto semplice e ha come finalità il corretto abbinamento tra cani e persone per favorire una serena convivenza tra gli animali e le famiglie in cui i nostri quattro zampe si
troveranno a vivere.
L’esame ha una durata di pochi minuti e deve essere eseguito su soggetti di circa sette settimane di età.
- Attrazione sociale (posizionare il cucciolo a terra, allontanarsi di qualche metro e chiamarlo a sé battendo le mani, dopo essersi piegati sulle ginocchia)
- Attitudine a seguire (allontanarsi dal piccolo con passo normale, dopo averlo messo a terra e avergli dato le spalle)
- Risposta alla costrizione (girare delicatamente il cagnolino a pancia all’aria e tenerlo in questa posizione per
mezzo minuto) - Dominanza sociale (accarezzare l’animale, dopo essersi piegati su di esso, cominciando dalla testa per poi spostarsi verso collo e schiena)
- Sollevamento (porre le mani intrecciate sotto la pancia del giovane cane e alzarlo da terra di circa una spanna, tenendolo in questa posizione per una trentina di secondi)
Queste dinamiche servono per studiare le reazioni dei cuccioli, cui vengono attribuiti dei punteggi codificati a seconda del loro comportamento.
La somma dei punti ottenuti dalle singole prove verrà a quel punto valutata sulla base di una tabella predeterminata, in modo da poter essere interpretata allo scopo di comprendere se l’animale, da adulto, risulterà essere molto dominante, dominante, sottomesso, molto sottomesso o inibito.
Non tutti i medici veterinari che si occupano di psicologia canina e della gestione dei disordini comportamentali della specie in questione sono oggi concordi nel ritenere valide le indicazioni che emergono dal test di Campbell.
Possono, in definitiva, essere sì di qualche utilità pratica nella scelta del giovane cane, ma non deve essere loro conferito un ruolo determinante in tal senso.
Non va dimenticato, infatti, che si stanno valutando – come lo stesso Campbell precisa – delle tendenze comportamentali e che è indubbio che il comportamento dell’adulto dipenda non solo da fattori innati, ma anche dalle esperienze fatte nell’ambiente umano in cui viene accolto e quindi dell’educazione che gli viene data nella crescita.