Carattere

Molti parlano impropriamente di branco.

Pensano di avere un branco con una coppia di cani e qualche soggetto di cucciolate precedenti rimasti. Il branco è tutt’altro!!!!

Intanto deve come tale intendersi un gruppo di cani gerarchicamente organizzato. Il branco si forma negli anni ed è una struttura fluida in continuo divenire. Il branco ha regole precise e molto severe. Se non si seguono le regole del branco, si è fuori.

I nostri cani sono organizzati in branco. Ci sono soggetti di razze diverse, quindi con caratteristiche diverse.

Si è creato negli anni, secondo tempi precisi, per consentire il corretto inserimento dei singoli soggetti all’interno del gruppo.

Il branco svolge un ruolo fondamentale nella crescita dei cuccioli con riguardo al loro sviluppo psichico.

La prassi che seguiamo è la stessa da anni e ha dato ottimi risultati: tutti i nostri cuccioli sono accomunati dallo stesso comportamento per cui siamo in grado di prevedere il loro futuro comportamento allorchè entrano a far parte delle nuove famiglia, senza timore di sorprese.

Il branco con le sue regole va rispettato. E’ la dura legge di natura, verso cui l’uomo, razionale, non può e non deve fare nulla. Anche questo è rispetto dell’animale, della sua intrinseca natura.

Anche questo fa parte della nostra filosofia di allevamento. E va capito. E condiviso. Per un approccio positivo e per poter vivere una esperienza di vita con un nostro cane.

La nostra filosofia di allevamento

Ora possiamo dirlo. Chi cerca un Pastore Svizzero Bianco cerca una filosofia precisa. Chi sceglie un nostro cucciolo condivide una certa idea di cane e di vita con il cane.

Chi sceglie un pastore svizzero sa che è importante rispettare i tempi della natura, per fa sì che il cucciolo acquisisca tutti gli elementi per essere un adulto affidabile ed equilibrato.

Un cucciolo a due mesi non ha ancora completato il percorso formativo psichico e caratteriale che ha quello
di quattro mesi.

Chi sceglie un pastore svizzero sa bene che il cane non è un giocattolo e lo stesso ha insegnato ai propri figli i quali già sanno che il cane è un essere vivente da rispettare e con il quale convivere secondo regole ben precise.

Chi sceglie un pastore svizzero conosce l’importanza del branco e dell’educazione che il branco dà. Solo un altro cane sa come deve essere educato un suo simile, perchè parlano lo stesso linguaggio.

Chi sceglie un pastore svizzero conosce l’importanza di una alimentazione naturale, rispettosa della natura del cane, dei suoi tempi e della sua quotidianità.

Il pastore svizzero dunque è condivisione, è empatia, è sintonia. Noi dobbiamo sentire che chi ci contatta è sulla nostra stessa lunghezza d’onda.

Se c’è questo c’è alchimia e il progetto parte. Se manca, il contatto non va oltre il primo minuto!

Tanti allevatori (di pastore svizzero) ci criticano per tante nostre “stranezze” (anzi chiamiamole “eterodossie”). Tipo per l’alimentazione a carne cruda fresca; o per l’inserimento e la presenza di grandi molossi nel nostro branco, (considerati, da costoro, “non edificanti” o “psicopatici”; invero con funzioni “pedagogiche” altamente efficaci, alla prova dei fatti).

O per il non frequentare più, da anni, esposizioni canine di bellezza (non abbiamo tempo, né voglia … e poi, se avete voglia, fatevi un giro, da visitatori.. e dopo ne parliamo meglio … dopo approfondiamo anche quella sezione di “mondo cinofilo“).

Ci offendono (e diffamano) su Facebook. Si atteggiano ad “etici”. Salvo poi, appena qualcuno si presenta con i quattrini in mano, non esitare – nonostante tanti bei discorsi sui loro siti o gruppi – a dargli subito un loro cucciolo (di 2 mesi, ovviamente).

Noi, 4 anni che alleviamo il Pastore Svizzero Bianco e NESSUN nostro cane (e forse non è un caso!) è MAI finito in canile! Forse anche perché seguiamo sempre i nostri cani A VITA – anche tramite gruppi Facebook (chiusi e segreti).

Questi Pastori Svizzeri, invece, hanno avuto, purtroppo, molta meno fortuna!

L’abbandono (nei canili o altrove) si combatte soprattutto e principalmente FILTRANDO E SELEZIONANDO A MONTE la domanda. Valutando sempre molto attentamente CHI si candida per inserire un cucciolo nella propria vita, nella propria famiglia, nella propria casa, nella propria quotidianità.

Voler “piazzare” i cuccioli il prima possibile!

Quanto sopra: A FATTI (come più di un membro del ns gruppo FB chiuso – ma non solo – purtroppo, ha sperimentato; dico “ma non solo”, dato che Facebook non è affatto, per noi – a differenza di tanti altri allevamenti – un canale per “piazzare cuccioli”, ma solo un “luogo virtuale” con cui portare avanti, facendola conoscere a chi ha la bontà e pazienza di seguirci, la nostra filosofia cinofila, con foto, video e, di tanto in tanto – come adesso – con nostre considerazioni personali).

NON tanto “rifiutando” la richiesta o “bocciando” la candidatura (ché non è quello il modo, anche perché troverebbero sicuramente tanti altri allevatori disposti a dargli un cucciolo). Quanto cercando di fargli prendere coscienza di che cosa SIGNIFICHI quella decisione (di “prendere un cucciolo”). NON si tratta, infatti, banalmente, di “prendere un cucciolo”. Quanto di “assumere un IMPEGNO”. Per TUTTA la vita dell’animale.

Questo A FATTI concreti; e NON a pelose parole scritte sui social o nei rispettivi siti, che grondano e trasudano ipocrisia da ogni lettera … poi, al telefono o di persona, una volta fatta la prolusione “etica”, il pistolotto d’obbligo (per apparire e, soprattutto, per sentirsi – per narcisistico autocompiacimento – “etici”), appena vedono i quattrini all’orizzonte (e sotto il naso) cedono il cucciolo a chiunque (fatte salve le solite, pelose – e ipocrite – reiterate raccomandazioni, stantie, che ormai hanno la … muffa!).

Anche perché hanno il terrore che il cucciolo gli “rimanga sul collo” (nel 3° mese o oltre; fase di crescita in cui il cucciolo cresce rapidissimamente, più che raddoppiando di tutto: di fame, di peso, di volume, di dimensioni, di esuberanza, anche di “rumorosità”, etc… ma fondamentale per la “crescita psichica”, se avviene nel corretto contesto, ovvero quello prima di tutto della sua cucciolata, dei suoi fratelli e sorelle).

Succede anche che, appena la femmina di turno è “sfiatata” e non “produce” più cuccioli, mettono l’annuncio o il trafiletto nel sito per “regalarla ad amanti animali” (in realtà l’obiettivo è solo quello di scrollarsi di dosso una serie di oneri e costi a fronte dei quali non ci sono più i ricavi di un tempo).

Allevatori che regalano il cucciolo “uscito male” o incidentato (altro “costo improduttivo”). Noi, ad esempio, il nostro Spennacchiotto, detto “Spenny”, cagnolino di 2 anni “diversamente abile” in quanto incidentato, ce lo teniamo “a vita”, anzi è quello che amiamo un briciolino di più degli altri. E chi ci conosce, sa anche il perché! (…quindi anche in questo caso: FATTI e NON chiacchiere da bar!).

Oppure, altra situazione di incapacità di gestire cani, quando regalano il cane (cucciolone o anche già adulto) perché “incompatibile caratterialmente con gli altri cani” dell’allevamento (…e magari usano pure le gabbie!).

Le “incompatibilità tra cani” si gestiscono e, il più delle volte, si risolvono… ma occorre pazienza, impegno, tempo.

Tempo che, invece, magari si preferisce dedicare a viaggi e (noiosi, per i cani) “expo” che assorbono un intero weekend (ma almeno così gli umani, nel week-end, non soffrono troppo di noia esistenziale; si passa una notte all’agriturismo, si mangia fuori, si spettegola un po’, ci si tiene tutti sott’occhio, di persona, col sorriso sulle labbra, salvo poi nei giorni successivi, al telefono, dirne di cotte e di crude dietro le spalle della stessa persona, che rimane pur sempre un “allevatore concorrente”, con cui ci si relazionava, col sorriso sulle labbra, all’expo, il giorno prima).

A volte occorrono anni, ma molto raramente queste incompatibilità sono “irrisolvibili” (ovviamente lo sono – sempre, regolarmente, irrimediabilmente – se si adottano le strategie sbagliate!).

D’altronde gli “allevatori”, il più delle volte, sanno a menadito di “genealogie”, di expo, di “obiettivi zootecnici”, di “pensiero cinofilo politically-correct” assorbito a corsi e da miriade di pubblicazioni degli ultimi 30/35 anni, scritte con linguaggio esoterico, che quasi incute soggezione al lettore profano, quindi ai più incomprensibile.

Poi, se devono aver a che fare con qualche cane “problematico” – ma “problematico” VERAMENTE (non quello che non fa il seduto o il terra, ma di quelli che, ad es., l’avversato Cesar Millan definisce “cani della zona rossa” o giù di lì) allora la loro soluzione é: lo regalo, magari perchè “..è stupido e crea problemi agli altri miei cani!“.

No! Li crea a te allevatore, i problemi. Ché non sei capace, appena incontri il cane diverso dal cane-pupazzo, dal “pet”, cui sei abituato, che allevi abitualmente e di cui, se sei anche educatore/addestratore, non hai trovato menzione sui libri che hai letto e/o di cui t’han parlato – ma, magari, non t’han mai fatto incontrare – ai corsi (per diventar anche “educatore” e/o “addestratore”).

Troppo facile! Liberarsene dando dello “stupido” al cane! Eh!.

Oppure non ultimo il caso – ancor più grottesco – in cui regalano i loro cani perché “non è uscito “A” o “B” (“C”, giammai! ..son troppo “etico” per “usarlo” nella riproduzione) sulle radiografie“.
E qui si apre altro argomento (già un po’ trattato in altro articolo; e che tratteremo sempre più in futuro, finché non verrà definitivamente smascherata anche questa ulteriore, enorme, sesquipedale “pataccata ideologica” priva di qualsiasi fondamento SCIENTIFICO; v. truffa della displasia).

Che poi in realtà, a ben cercare nel mondo cinofilo “ufficiale”, spesso – molto spesso – accadono “miracoli genetici” inaspettati… e magari, da “riproduttore da rottamare”, ci si ritrova ad avere – nel giro di soli 64 gg.! – un “ottimo riproduttore”.

Quindi, magari, non c’era bisogno di disfarsene. O magari bastava solo cambiare “parrocchia” per la “lettura” della displasia. “Lettura”, NON “diagnosi”, ovviamente. Anche se le “pataccate ideologiche” si basano proprio, tacitamente, sul sottile significato di termini diversi ma interpretati come equivalenti.

Anche voi, cari “lettori”, avete rotto. Anzi, avete “già dato”. E vi è stato “dato”. Quindi sarebbe ora di finirla (come, peraltro, mi raccontava un anziano – e autorevole – e conosciutissimo in tutta la regione – veterinario: “…con’sta truffa si son fatti le budella d’oro negli ultimi 30 anni!)“.

Ora, però, basta…c’è la crisi mondiale… siamo in deflazione pesante… in epoca di QE a tempo indeterminato…  accontentatevi, quindi, degli ultimi 30 anni, eh!.

Nel frattempo e fino ad allora: …poveri cani!

Pater ignosce illis non enim sciunt quid faciunt

Talvolta, quando si parla di queste caratteristiche di un cane, l’argomento sembra complicato e si tende a confondersi o fare confusione. In realtà sono molto semplici ed è fondamentale conoscerle prima di decidere di prendere un cane (di razza o no, non rileva).

Quindi vediamo che cosa sono esattamente queste particolari attitudini comportamentali che possono influenzare la convivenza con il nostro amico a quattro zampe.

Spesso ci si confonde quando si parla di tempra o temperamento di un cane, e capire la differenza sembra molto complicato, ma non è così. In realtà sono entrambe caratteristiche importantissime per la scelta di un cane, che sia di razza o no, ed è quindi essenziale sapere di cosa stiamo parlando.

TEMPRA

La “tempra” è la capacità del cane di sopportare gli stimoli esterni negativi e di contenere gli stati ansiosi.
Viene misurata in: “molle”, “scarsa”, “media” e “dura”.

Un cane con “tempra dura” sarà sicuramente meno timoroso di fronte alle difficoltà che gli si parano davanti e spesso affronterà e sopporterà molto meglio il lavoro fisico (quindi un cane con molte energie da spendere).

Sapere che tempra abbia il proprio cane (e, mediamente, una certa razza) è molto importante anche per sapersi regolare circa le correzioni che dovremo (e vorremo) impartire per un certo comportamento (negativo) del cane.

Per un cane con “tempra molle” (quindi bassa) basteranno correzioni leggere, di tipo vocale, come un “No!”; a volte, per fargli capire che ha sbagliato, sarà sufficiente anche solo uno sguardo severo del suo capobranco umano.

Per un cane, invece, con “tempra dura” (molto alta) sarà necessaria invece una correzione molto più decisa e, spesso, anche fisica (fisica non nel senso di picchiare il cane, ovviamente; semplicemente un cane con tempra dura, a fronte di una correzione fisica, non farà una piega; anzi, probabilmente, dentro di sè, ringrazierà il capobranco che gli ha fatto sentire la presenza di una leadership “forte”, che gli “spiega” che cosa fare o non fare in determinate situazioni).

Una “razza” può venire caratterizzata da un certo tipo di “tempra”, ma questo NON significa assolutamente che tutti i soggetti di quella razza abbiano la stessa tempra.

Ogni soggetto avrà una sua specifica “tempra”. Ad esempio il Pastore Belga Malinois deve avere mediamente una “tempra dura”, ma possono anche esserci dei singoli soggetti con tempra molle.

Insomma, c’è sempre l’eccezione e/o lo scostamento, più o meno marcato, dalla caratteristica media di razza.

L’importante, quindi, diventa capire bene che tipo di tempra abbia il singolo soggetto che abbiamo di fronte.

TEMPERAMENTO

Il “temperamento” è la velocità del cane di reagire agli stimoli esterni, piacevoli o spiacevoli.
Viene misurata in: “scarso”, “medio” e “alto”.

Per “stimoli esterni” si intendono anche i comandi del capobranco umano. Un cane con “temperamento alto” sarà, di solito, facilmente addestrabile (anche se, “addestrato” NON significa necessariamente “educato”, che è una cosa diversa).

Un cane con temperamento alto potrebbe rivelarsi anche molto agitato e, a volte, anche ansioso.

Pertanto spesso non sarà sufficiente portarlo in giro a passeggio per farlo stare tranquillo, ma sarà necessario “farlo sfogare” mentalmente, con vari giochetti di addestramento (tipo: dai la zampa! play dead! etc.) oppure con accessori (chiamiamoli “giocattoli”) che tengano mentalmente impegnato il cane per fargli trovare premi nascosti (molto utile specie quando il cane deve restare solo in casa, in modo tale che sia impegnato su questo e non diventi ansioso, a scapito del vostro arredamento).

Un cane con temperamento alto è adatto a qualsiasi disciplina sportiva non utilitaristica (che non si basi, cioè, sulle caratteristiche di una razza in particolare: ad es. un levriero non sarà adatto quanto un labrador a fare il retriever (riporto) neanche con un temperamento alto, però potrà fare agility, così come la può fare un labrador)

MORALE

PRIMA di scegliere un cane basandovi solo sull’aspetto fisico, cercate SEMPRE di capire se tempra e temperamento (medio) della razza che vi piace sia adatta a voi e al vostro stile di vita.

POI chiedetevi se avrete sufficiente TEMPO a disposizione (prima ancora che SPAZIO) da dedicare al nuovo membro della famiglia.

Soprattutto informatevi sulle caratteristiche delle varie razza e, in particolare, di quella su cui si appunterà la vostra scelta.

Il CARATTERE del cane è fondamentale (laddove l’aspetto fisico, l’estetica, la morfologia vengono – devono venire – sempre DOPO).

E’ necessario, infatti, che sia compatibile con il vostro e con quello di tutta la famiglia.

Può succedere infatti che quel cagnolino così bellino, così grazioso, dall’apparenza innocua e innocente, si riveli un diavoletto che, alla prova dei fatti, vi distruggerà la casa in quanto molto ansioso e troppo agitato (e/o voi non avrete tempo da dedicargli per farlo sfogare); e quell’altro, invece, che non piaceva granché (magari perchè anche oggettivamente… bruttino), sia davvero perfetto per voi, perchè sempre calmo e tranquillo.

E i nostri pastorini svizzeri bianco che carattere hanno? Se leggete le testimonianze nell’apposita sezione del sito (peraltro una minima parte, quelle pubblicate, del totale), lo scoprirete facilmente!

Cuccioli di pastore svizzero e bambini

Immagini come questa, della nostra LUNA con Giacomo (un bambino molto sensibile e un po’ timido) mi inducono a pensare che siamo sulla strada giusta.

Ogni giorno ci arrivano conferme e soddisfazioni dai nostri amici per come i nostri, pochi ma selezionatissimi, cuccioli di Pastore Svizzero Bianco si integrano perfettamente nel nuovo “branco” (famiglia di umani; in cui talvolta è già presente un cane, magari molto problematico, come Maya, di cui in giorno Vi racconterò), senza creare nessun tipo di problema anche a chi è alla prima esperienza con la gestione di un cane.

Alcuni (allevatori e non) ci rimproverano di non aver messo (sul sito) le schede informative dei nostri cani, con l’indicazione dei loro successi “in expo”, della loro “carriera espositiva” (che non hanno intrapreso, per nostra precisa scelta; ma, i genitori, sì; alcuni dei quali, provenienti da noti allevamenti esteri, famosi WCh, “Campioni del mondo”, o MCh, “Campioni internazionali”)…

Ebbene… lo facciamo di proposito!

Avere un branco (multirazziale, libero, strutturato gerarchicamente al proprio interno), creare le condizioni – quando si ha un sufficiente numero di prenotazioni – per far venire alla luce dei cuccioli (di Psb), farli crescere in branco e farli “e-ducare” DAL branco stesso, tenerli MINIMO 16 settimane, alimentare tutti, grandi e piccini, in modo RUSTICO (a carne cruda, fresca), metterli in condizione di diventare, sul territorio, FORMIDABILI GUARDIANI sotto la supervisione della coppia Alfa e di tutto il BRANCO; e tanto altro ancora …lo considero, nel suo insieme, un “gioco di squadra”, un lavoro “di equipe”!

Motivo, questo, per cui non riteniamo opportuno debba venir posta, in prima battuta, ALCUNA enfasi sui nostri singoli soggetti, che esortiamo a conoscere PERSONALMENTE e DAL VIVO, LIBERI sul “territorio”, nel loro contesto naturale: il BRANCO (dopodichè, oltre al carattere e alla morfologia degli adulti, avrà senso conoscerne anche i “nobili natali” tramite il pedigree)!

L’enfasi – per quella che è la nostra filosofia di selezione del Psb e quelli che sono i nostri obiettivi per i pochi cuccioli che facciamo, TUTTI in predicato di diventare CANI ESTREMAMENTE EQUILIBRATI E PSICHICAMENTE TETRAGONI – deve andare, prima di tutto, sulla “filosofia cinofila”, ergo sull’intero gruppo gerarchicamente strutturato al proprio interno (quindi di “branco”; diversamente, non di branco tratterebbesi, ma di semplice “gruppo”), sul contesto “di squadra”. In altre parole: sul BRANCO (e non sui “singoli” soggetti che lo compongono, di 5 razze pastorali diverse).

I nostri cani, singolarmente presi, sono tutti importantissimi per noi (e, alcuni di loro, anche figli di genitori famosissimi, a livello MONDIALE)… ma sono come le dita della mano… e, senza “la mano”, le dita, prese singolarmente, sarebbero ben poca cosa:  è la mano che, chiusa a pugno, può amplificare, moltiplicare e ingigantire la forza delle singole dita!

Quindi, se il vostro approccio è quello tipicamente interessato al “dito” che indica la luna (e non alla luna – anzi, a un cane ECCEZIONALE come LUNA), allora cercate un cucciolo basandovi esclusivamente sul “palmarès” dei genitori (quindi in un “allevamento”, professionale o amatoriale che sia)… e NON cercatelo, per favore, da noi, potendo noi “vantare” solo ..cani che fanno i Cani (e non i “pets”!).

Le nostre vittorie (e sono sempre più numerose) son di tipo diverso: cani, quei pochi che facciamo e selezioniamo, TUTTI ESTREMAMENTE EQUILIBRATI, TUTTI molto sicuri di sé (e con TUTTI i loro simili, oltre che con animali di altre specie; e, ovviamente, anche con TUTTI gli umani), nè aggressivi, nè paurosi in QUALSIASI situazione, ECCEZIONALMENTE STABILI PSICHICAMENTE – anzi: ASSOLUTAMENTE “TETRAGONI” – estremamente affidabili in casa e godibili in famiglia, “fruibili” in società, al ristorante o a passeggio, al mare o in montagna, dovunque e comunque. Insomma…nel panorama di razza, CANI DI UN ALTRO PIANETA!

Da quanto ci racconta il babbo e la mamma di Giacomo (tutti al loro “primo cane”; tutti – babbo, mamma e figlio unico – molto ansiosi inizialmente) TUTTE queste aspettative (anche con Luna, come con TUTTI i nostri cuccioli) stanno venendo COMPLETAMENTE soddisfatte!

Richiedete l’iscrizione al nostro Gruppo Facebook (oppure visitate la nostra Pagina Facebook) e verificate le ca. 2.000, tra foto e video (nonché i commenti) postati ed inviati da quelle poche, ma fortunate, famiglie che hanno preso un nostro cucciolo (divenuto, nel frattempo, cucciolone o adulto); all’occorrenza, come ormai capita sempre più spesso (anche tramite passaparola spontaneo), contattate quella a voi geograficamente più comoda e metteteVi d’accordo per un contatto telefonico o per una visita nel fine settimana!

Pertanto  (con buona pace di alcuni,  intenti – invano – ad osteggiarci solo con…”chiacchiere & distintivo”) possiamo serenamente affermare che, ogni giorno che passa, la nostra “Mission..è sempre più “…accomplished”!

Quando si decide di comprare un cucciolo di Pastore Svizzero Bianco, si presuppone che si possieda già qualche fondamento di conoscenza sui cani e su questa razza… ma come facciamo a decidere quale è il nostro in mezzo ai suoi fratellini e sorelline?

Purtroppo certezze assolute non ne esistono, per cui il consiglio migliore è quello di affidarsi a un bravo allevatore.

Un allevatore serio, infatti, ci saprà consigliare il soggetto più adatto alle nostre esigenze.

Ad esempio, se vogliamo un cane che debba prevalentemente stare in famiglia con molti bambini e anziani, eviteremo di scegliere il “bulletto” della cucciolata e cioè, quello che rincorre e mordicchia tutti i suoi fratellini, infatti un carattere tendente al “dominante” necessita di padroni con un minimo di esperienza che all’occorrenza sappiano avere un po’ di polso.

Eviteremo accuratamente di comprare cuccioli che hanno i genitori “non visibili”, che siano sprovvisti di regolare iscrizione all’ ENCI, che non abbiano seguito un programma di vaccinazioni adeguato e che non abbiano un aspetto sano e giocoso.

Appena li si va a visitare essi devono avvicinarsi allegri e giocherelloni, questo è un segno evidente che l’allevatore ha impartito loro una buona socializzazione e che i piccoli “furfanti” non hanno tare caratteriali che potrebbero impedirne un buon inserimento nella loro nuova famiglia.

Spesso il cucciolo che resta in disparte con evidenti timori del contatto umano e con pochi stimoli alla socializzazione, deve destare allarme perché questo potrà essere il suo futuro carattere con evidenti lacune caratteriali che lo possono portare ad essere pauroso o ancor peggio mordace verso gli estranei.

Se l’errore lo abbiamo già commesso ci rivolgeremo ad un bravo addestratore, il quale ci aiuterà a correggere le devianze del carattere.

In ogni caso è giusto prevenire ogni problema scegliendo con cura il nostro “compagno di vita”.

Questa razza è particolarmente amante dei bambini e, in rete, si possono verificare molte testimonianze che confermano questo suo modo garbato e gentile di relazionarsi ai più piccoli.

Proprio per questo ogni allevatore serio cerca di far vivere il cucciolo, sin dai primi mesi, a contatto con loro in modo da creare immediatamente un background di esperienze positive che poi saranno i mattoncini di una sua crescita caratterialmente molto equilibrata.

Il Pastore Svizzero Bianco è uno dei migliori cani da famiglia e i soggetti di questa razza spesso ricercano volentieri la compagnia dei bambini con cui possono giocare e mettere in atto il loro innato istinto protettivo.

Tuttavia, come per tutte le razze di grande taglia, è importante ricordare che il cane, in generale, così come qualsiasi cucciolo, non deve essere considerato come un peluche e, ancor meno, come una baby-sitter!

Prima di farsi prendere dalle emozioni che questi immacolati cucciolotti sanno scatenare nel nostro cuore è sempre meglio ragionare a lungo su questa importantissima decisione, perché modificherà il vostro stile di vita (in maniera positiva, anche se a fronte di qualche piccolo vincolo) per parecchi anni della vostra vita e della vita della vostra famiglia.

Fatte queste considerazioni (e sempre che tutti i componenti della famiglia siano d’accordo ad accoglierlo in seno!), potete decidere di accogliere un cucciolo di Pastore Svizzero Bianco in famiglia consapevoli poi che, spesso, sono gli adulti che dovranno occuparsene sotto TUTTI gli aspetti: alimentazione, igiene, educazione, (eventuali) cure veterinarie, addestramento, etc.etc..

Quindi, anche se spinti dalla voglia irrefrenabile dei vostri figli di avere un compagno di giochi, è importante sapere che, alla fine, sono sempre gli adulti che dovranno occuparsi del cane lungo tutto il corso della sua vita.

Anche se il Pastore Svizzero è PARTICOLARMENTE protettivo con tutti i piccoli della casa, è comunque molto importante tenere presente  che non è MAI opportuno lasciare un neonato da solo con un (qualsiasi) cane, di qualsiasi razza si tratti.

Quando la famiglia è composta oltre che da adulti anche da bambini è opportuno rispettare alcune regole di base per far crescere in modo armonioso sia i bambini, che il cucciolo.

In un caso simile, entrambi devono imparare a rispettarsi e la regola fondamentale che i genitori devono seguire è che mai – ASSOLUTAMENTE MAI il bambino può essere lasciato da solo con il cane (perché cane e bambino si vedono come compagni di gioco e si comporteranno di conseguenza).

Sicuramente all’inizio bisognerà proteggere il cucciolo dalle troppe attenzioni delle quali lo colmano i bambini; in seguito bisognerà educare il bambino a comportarsi in modo corretto con il cucciolo (e futuro cane).

Dato che i bambini giocano volentieri con i cuccioli e li accarezzano spesso (talora anche troppo), i genitori DEVONO insegnare loro a lasciare tranquilli i cuccioli quando questi vogliono mangiare la pappa o schiacciare un pisolino; SOPRATTUTTO devono insegnare loro a NON trattare il cucciolo alla stessa stregua di un “giocattolo”.

Il Pastore Svizzero sopporta molto bene anche le attenzioni eccessive e si lascia manipolare e “strapazzare” anche a lungo dai bambini, ma non bisogna, in ogni caso, mai esagerare, né bisogna far loro scherzi pesanti solo per il gusto di farli arrabbiare (come, ad esempio, togliergli l’osso di bocca, stropicciargli le orecchie o cavalcarli come cavallucci!).

I bambini possono (sempre sotto sorveglianza) tenere il cane al guinzaglio, perché questo gesto li rende particolarmente orgogliosi; inoltre noi possiamo approfittare di questi momenti per spiegar loro che il guinzaglio non serve assolutamente a tirare il cane da una parte all’altra.

Anche il cucciolo è bene che impari subito alcune cose, ad esempio che non deve mordicchiare i bambini e che non deve rosicchiare loro i vestiti o altri oggetti utili (come le scarpe o i quaderni di scuola); inoltre, in qualità di giovane cane, deve imparare a non saltare addosso ai bimbi e a non dare loro spintoni, anche solo per sbaglio.

Le scampagnate nei boschi e nei prati durante il week-end sono particolarmente adatte per fare tanti giochi, come nascondino, oppure si può far correre il cane tirandogli una palla che poi vi riporterà scodinzolando.

È bene sapere che i bambini, in ogni caso, non dovrebbero mai andare da soli a passeggio con il cane perché non saranno MAI padroni della situazione e non potrebbero mai far fronte a tutta una serie di problematiche che si potrebbero creare (per es. incrociando un cane squilibrato al seguito di un padrone inetto; o, nel caso si conduca un maschio adulto, una femmina in calore).

La gestione del Pastore Svizzero non dovrà MAI esser lasciata in mano ai bambini: dovranno SEMPRE occuparsene gli adulti, anche se certamente ai ragazzi piace dare ordini per poi guardare il cucciolo che li esegue (in questo caso potranno far eseguire al cane degli esercizi, premiandolo con delle leccornie che lui senz’altro apprezzerà moltissimo!)

Se i ragazzi hanno interesse a passare più tempo con il cane in maniera costruttiva, esistono dei corsi piuttosto interessanti che offrono, ad entrambi (bambino e cane) possibilità di gioco, sport e divertimento.

Un’altra cosa da non sottovalutare è il concetto di “CUCCIA”. Il cane deve possedere la sua cuccia, che può essere una cesta, una coperta sul pavimento, o una cuccia vera e propria fatta a forma di casetta, in cui avere la certezza di non venir disturbato.

Il nostro Pastore Svizzero deve avere dei momenti di completo relax in una “zona franca”, dove né bambini, né adulti possano disturbarlo, anche solo per proporgli un bel gioco.

Dobbiamo pensare alla cuccia del cane come alla cameretta di nostro figlio: chi di voi irromperebbe all’improvviso, facendo baccano, nella stanza del figlio che dorme tranquillo? Quando il cane è a cuccia lasciamolo riposare, lasciamogli i suoi momenti di relax, perché sarà lui a venirci a cercare non appena avrà ricaricato le sue…batterie.

Poco meno di una cinquantina d’anni fa lo psicologo canino William E. Campbell mise a punto un test comportamentale per la selezione del cucciolo che, ancora oggi impiegato, può fornire informazioni circa il temperamento dei giovani cani.

La prova, articolata in cinque passaggi, può essere eseguita in maniera alquanto semplice e ha come finalità il corretto abbinamento tra cani e persone per favorire una serena convivenza tra gli animali e le famiglie in cui i nostri quattro zampe si
troveranno a vivere.

L’esame ha una durata di pochi minuti e deve essere eseguito su soggetti di circa sette settimane di età.

  • Attrazione sociale (posizionare il cucciolo a terra, allontanarsi di qualche metro e chiamarlo a sé battendo le mani, dopo essersi piegati sulle ginocchia)
  • Attitudine a seguire (allontanarsi dal piccolo con passo normale, dopo averlo messo a terra e avergli dato le spalle)
  • Risposta alla costrizione (girare delicatamente il cagnolino a pancia all’aria e tenerlo in questa posizione per
    mezzo minuto)
  • Dominanza sociale (accarezzare l’animale, dopo essersi piegati su di esso, cominciando dalla testa per poi spostarsi verso collo e schiena)
  • Sollevamento (porre le mani intrecciate sotto la pancia del giovane cane e alzarlo da terra di circa una spanna, tenendolo in questa posizione per una trentina di secondi)

Queste dinamiche servono per studiare le reazioni dei cuccioli, cui vengono attribuiti dei punteggi codificati a seconda del loro comportamento.

La somma dei punti ottenuti dalle singole prove verrà a quel punto valutata sulla base di una tabella predeterminata, in modo da poter essere interpretata allo scopo di comprendere se l’animale, da adulto, risulterà essere molto dominante, dominante, sottomesso, molto sottomesso o inibito.

Non tutti i medici veterinari che si occupano di psicologia canina e della gestione dei disordini comportamentali della specie in questione sono oggi concordi nel ritenere valide le indicazioni che emergono dal test di Campbell.

Possono, in definitiva, essere sì di qualche utilità pratica nella scelta del giovane cane, ma non deve essere loro conferito un ruolo determinante in tal senso.

Non va dimenticato, infatti, che si stanno valutando – come lo stesso Campbell precisa – delle tendenze comportamentali e che è indubbio che il comportamento dell’adulto dipenda non solo da fattori innati, ma anche dalle esperienze fatte nell’ambiente umano in cui viene accolto e quindi dell’educazione che gli viene data nella crescita.

Il pastore svizzero bianco altro non è che la versione chiara del pastore tedesco.

Nel corso della storia non ha però goduto di vita facile proprio a causa del suo colore, sinonimo di albinismo e quindi di caducità e debolezza.

Durante la seconda guerra mondiale, infatti, fu messo fuori standard, un pò come accadde per altre razze con caratteristiche non gradite.

Dotato di grandi capacità, il pastore svizzero bianco venne presto rivalutato e considerato al pari del suo antenato, con l’unica differenza di avere un folto pelo bianco, cosa che non va assolutamente associata al fatto di essere albino.

Inizialmente veniva impiegato nella pastorizia, ma oggi risulta particolarmente utile nelle attività socio-umanitarie, nonché come compagno di vita e membro del nucleo famigliare.

È, infatti, un cane molto vivace ma al tempo stesso equilibrato, giocoso ma rispettoso, spensierato ma protettivo ed affidabile.

È per questo che risulta fondamentale garantirgli un’educazione adeguata, sia da parte di chi lo alleva che dalle famiglie ospitanti, educazione che va impartita già dai primi mesi di vita, in modo tale da fornire al cucciolo le basi corrette per sviluppare al meglio le sue doti psico-fisiche.

Il pastore svizzero bianco sa essere un ottimo compagno dell’uomo, fedele, attento e buono e di grande efficacia per le forze dell’ordine o le organizzazioni umanitarie che lo affiancano a persone disabili o non vedenti.

Ha una corporatura molto forte e robusta, e come molte razze di taglia grande può essere predisposto alla displasia dell’anca o del gomito, che è di tipo genetico e sopratutto multifattoriale.

Per quanto riguarda la cura prettamente estetica, oltre all’adeguato nutrimento, basta spazzolargli il pelo due volte a settimana per eliminare impurità e pelo in eccesso.

Sono molte le celebrità che hanno scelto il pastore svizzero bianco come compagno di vita, da Marilyn Monroe a Tom Hanks, e tante le serie televisive e i film che ne hanno messo in luce la poliedricità ed il temperamento.

Insomma, acquistare un pastore svizzero bianco è sicuramente una scelta perfetta per chi sta cercando un cane speciale, capace di tanto amore, che sa farsi amare e rispetta il suo padrone come poche altre razze.

Un cane così è un cane per tutta la vita, compagno di avventure e progetti, un membro della famiglia al 100%.

Il Pastore Svizzero solitamente non ha problemi di convivenza con altri cani in quanto ha un carattere molto paziente e giocherellone, tuttavia è importante che inizi il prima possibile la conoscenza di altri cani di buon carattere e di diverso colore dal bianco (cani scuri).

Questa fase di socializzazione normalmente viene già avviata dal bravo allevatore che si impegna a far vivere diverse esperienze positive ai propri cuccioli facendoli crescere e giocare insieme ad altri cani, e prosegue anche quando il cucciolo è nella vostra famiglia.

Dopo l’arrivo del cucciolo a casa, per legge solo dopo i 60 giorni, è importante fargli conoscere altri cani in modo che impari a socializzare e comportarsi di conseguenza con i suoi simili.

Questa fase di socializzazione termina verso il 4 mese di vita e fino a quel momento il vostro Pastore Svizzero dovrà fare tante esperienze positive con altri cani per avere poi un carattere equilibrato da adulto.

È importante evitare che il vostro cucciolo venga umiliato e subisca delle esperienze negative nel periodo della socializzazione da cani adulti con carattere poco equilibrato perché poi avrà bisogno di molto tempo per riprendere fiducia verso i suoi simili.

Per la formazione del suo futuro equilibrio caratteriale in questa delicata fase è importante che il vostro cucciolo frequenti cani diversi e possibilmente di colore scuro in modo da riconoscere anche loro come appartenenti alla sua specie e non ne tema poi in futuro, scappando e nascondendosi perché intimorito.

A volte durante il periodo puberale, i maschi giovani tentano di misurare le proprie forse con altri cani anche più grandi provocandoli con il loro comportamento.

Questo è assolutamente da evitare e bisogna fargli capire che non è un’approccio corretto tutte le volte che esagera.

È un comportamento rischioso perché se il cucciolo incontra cani adulti sicuri di sé, può succedere che si scontrino con prepotenza, specialmente se ci sono delle femmine sessualmente pronte nelle vicinanze.

Quindi anche se il Pastore Svizzero è un cane con un carattere eccezionalmente gentile, non dobbiamo aspettarci che vada d’accordo con tutti gli altri cani.

Il pastore svizzero bianco è una delle razze più giovani in circolazione. È stato riconosciuto ufficialmente nel 2002 ma i pastori tedeschi di colore bianco ci sono sempre stati.

Oltre all’intelligenza, il pastore svizzero bianco ha tutte le caratteristiche dei cani da lavoro, compresa la capacità di intendersi alla perfezione con il proprio padrone.

È adatto anche come cane da famiglia, guardiano, e molto valido nello sport. Questi cani sono stati apprezzati prima di tutto in America, poi successivamente anche in Europa.

I cani di questa razza sono arrivati in Europa intorno agli anni ottanta, perché in un primo momento si credeva che il colore bianco, per un pastore, venisse visto come un indebolimento della razza.

Il pastore svizzero bianco è un vero cane da pastore, schietto e fedele, che mostra il bisogno di avere un padrone altrettanto fedele e leale. Nell’educarlo bisogna essere decisi e autoritari ma evitare di usare metodi bruschi o, peggio ancora, brutali.

Bisogna essere inflessibili per essere ubbiditi ma allo stesso tempo comprensivi. Abituato da millenni al lavoro della pastorizia, hanno bisogno di regole e ordini precisi perché il padrone per loro è un punto di riferimento.

Hanno bisogno di tanto amore e, infatti non bisogna dimenticare che da secoli vivono a stretto contatto con il padrone al quale chiedono quasi una complicità, una vicinanza fisica, perché per anni sono stati anni abituati a dormirgli accanto.

Il pastore svizzero bianco è un pastore di taglia media di colore bianco e, oltre ad essere perfetto per le famiglie e nello sport, è molto adatto ai bambini.

È un cane molto robusto ed è, quindi, importante fornirgli un’adeguata alimentazione, evitando, come per tutte le razze, di dargli cibi della nostra tavola poiché hanno bisogno di cibi specifici e di qualità.

Per quanto riguarda la quantità, vale la stessa regola per ogni cane: più sono sedentari, meno devono mangiare.

Naturalmente i cani sono come gli essere umani, l’alimentazione varia anche a seconda dell’età.

Generalmente l’alimentazione va gestita dal veterinario, soprattutto nelle fasi iniziali della crescita, ma di solito non devono avere più di 2 pasti al giorno. L’importante è, poi, che non gli manchi mai l’acqua soprattutto nella stagione calda.

Infine, anche il peso del pastore svizzero bianco va tenuto sotto controllo regolarmente, per evitare di tenerlo in sovrappeso.

Se dovesse accadere, meglio portarlo subito dal veterinario e rivedere la sua alimentazione.