Educazione

All’apparenza SEMBRA facile riuscire a far convivere, a stretto contatto, senza gabbie e costrizioni di sorta (box, recinti, gabbie… nemmeno collari) così tanti cani adulti (inclusi dei pastori molossoidi, come i nostri 4 PAC, Pastori dell’Asia Centrale).

Ma facile NON è proprio per nulla!

Presuppone pazienza, costanza, presenza e leadership (indiscussa! specie se vi sono razze canine molto forti caratterialmente come i PAC) all’interno nel branco (dato che di questo si tratta: un “branco”; gli altri, anche se lo chiamano così riferendosi ai propri cani, hanno solo un “gruppo” – più spesso un “gruppetto” – di cani, ognuno dei quali il più delle volte chiuso in 12/15 mq. per 22 ore su 24; e magari non ci vivono nemmeno assieme).

Tanti (allevatori di pastore svizzero) ci criticano aspramente (su internet e fuori).

Per il tipo di alimentazione (quasi esclusivamente a base di carne cruda fresca; e tanti ossi crudi; e qualche uovo crudo) che adottiamo, da anni, per i nostri cani e cuccioli.

Vogliono convincere (in primis se stessi) che ci sono “crocchi e crocchi” e che alcuni sono “di qualità superiore” e forniscono una “dieta equilibrata”. Chiacchiere (da bar; da riunione condominiale).

La verità è che non basta “comprare carne fresca” (e tanta; la resa, infatti, rispetto ai crocchi è di 1:3, dato che 2/3 di carne sono acqua laddove i crocchi sono disidratati).

Occorre “dedicare tempo“. Per l’acquisto ricorrente (due volte a settimana, almeno). Il carico, il trasporto, lo scarico, lo stoccaggio.

Occorre avere (acquistare) uno (o più) frigoriferi a pozzo e freezer a pozzo. Luce elettrica, 24-ore-su-24, 365 giorni all’anno e un gruppo di continuità (generatore), perché non ti puoi permettere che vada via la luce (specie d’estate, specie con l’afa).

Occorre tempo, pazienza, passione, amore (lo fai perché sai che ne guadagnerà la Salute del tuo cane, dei tuoi cani). Ma soprattutto occorre … “sbattimento” (che, evidentemente, i chiacchieroni e chiacchierone da bar non gradiscono affrontare; son sicuramente più rapide e comode le chiacchiere).

Oppure ci criticano perché, all’interno del nostro (il nostro, sì, lo è) “branco” abbiamo pastori molossoidi (da difesa abitativa, non da riproduzione, ovvero i nostri 4 Pastori dell’Asia Centrale) e altre razze pastorali (non per riproduzione, come il nostro pastore belga malinois, linea da lavoro, un cane estremamente “militare”; o il nostro Altdeutscher Schaferhunde, pastore tedesco “antico”, preso in Polonia, con pedigree polacco, in Italia semplicemente un “meticcio”, trattandosi di razza “non riconosciuta” da ENCI/FCI…e chi se ne frega! lo sapevamo anche prima…ma l’abbiamo preso per un ben più semplice motivo: ci piaceva!).

Molossoidi (da 70 Kg.) che, a detta loro – che non sanno nemmeno di che cane si tratti (non l’han nemmeno mai visto da vicino, forse perché terrorizzati già dalla parola “molosso”) – costituirebbero un fattore disequilibrante o poco edificante per i nostri cuccioli (e addirittura anche per gli adulti) di Pastore Svizzero Bianco. Chiacchiere (anche queste da bar, dello sport).

Fatti non parole!

Quando smetteranno di “fare chiacchiere” e saranno capaci di “fare fatti” (etologicamente significativi; in primis VIVENDO CON ed IN MEZZO ai propri cani; senza arrivare a DORMIRCI insieme, come facciamo noi), allora potrebbe anche valer la pena spendere qualche parola in più. Anche se non più di tanto, dato che – Esopo e Fedro docent – con le volpi del “nondum matura est” non ha senso starci a perder più di tanto del tempo.

Senza contar il fatto che ha molto più senso dedicarlo ai CANI, il tempo.

Come per tutti i problemi della vita, prevenire sarà meglio che curare. Nel caso della distruttività del cane, due saranno gli aspetti da dover considerare: il cane ha bisogno di mordere e noi dovremo “appagare” questo bisogno.

Riferendoci, innanzitutto, ai cuccioli, essi dovranno essere messi nelle migliori condizioni di non nuocere ai nostri oggetti e alla loro salute.

Perché ciò avvenga, è suggeribile l’utilizzo di un “recinto box“, una sorta di struttura in metallo dalla grandezza modulabile in base alle esigenze di spazio.

All’interno, oltre alla “cuccia” e alle “traversine” per le evacuazioni non effettuabili al di fuori, potremo collocare alcuni giochi di gomma per “pet”, ideali per masticare a piacimento senza subire alcun danno (“kong” “kong extreme”, “osso kong”).

Esistono, inoltre, ossa “naturali” per cuccioli che evitano il pericolo di schegge, nonché reazioni di rigurgito dovute all’eccessiva masticazione.

Una volta masticati a dovere, divengono automaticamente inutilizzabili e quindi ignorati dal nostro cucciolo.

Il cane può dare all’insoddisfazione anche risposte diverse dalla distruttività. Una delle più frequenti è la “staticità da rassegnazione”, caratterizzata da una preoccupante letargia (mancanza di energia).

Le ragioni del voler utilizzare la bocca stringendo oggetti di ogni tipo si ritrova anche nella struttura anatomica del cane. In particolare, i suoi denti sono fatti apposta per svolgere compiti di masticazione e “distruzione” assai specifici; infatti, gli incisi servono come “prensori“, mentre i canini, lunghi e affilati, permettono di lacerare.

I premolari e i molari, invece, tagliano e triturano. La potenza della masticazione del cane è, inoltre, avvalorata dai muscoli “masticatori“, suddivisibili in temporali, masseteri e buccinatori.

I primi sono collocati all’altezza delle tempie, mentre i masseteri si posizionano nella zona delle guance. I buccinatori si trovano attorno alla regione della bocca stessa.

Non sempre è ansia da separazione

La causa della distruttività in casa, in assenza dei proprietari, viene spesso individuata nella cosiddetta “ansia da separazione“.

In verità, questa sintomatologia è assai rara. In particolare, l’ansia da separazione, chiamata anche “iper attaccamento”, si esprime attraverso comportamenti esibiti dal cane in presenza del proprietario.

Il nostro cane, per esempio, si dimostra incapace di rimanere in un luogo della casa mentre il proprietario è in un’altra stanza, sentendo la necessità di seguirlo ovunque.

Inoltre, al momento dell’uscita di casa, il cane esprime lo stato di disagio aumentando la deambulazione, saltando addosso e tentando di impedire al familiare di uscire.

In aggiunta, l’iper attaccamento dovrebbe essere rivolto a un solo componente della famiglia, mentre il cane continua a manifestare i sintomi indicati anche se lasciato in compagnia degli altri membri.

Al di fuori di questi casi, la distruttività è correlata ai “disturbi del distacco”, dovuti alla non abituazione, alla noia e alla paura della solitudine.

Il rimprovero effettuato dopo diverse ore dal “misfatto” non è recepito dal cane come relativo allo stesso. Dunque, servirà solo a confonderlo o ad agitarlo di più.

Il cane associa due situazioni collegate solo se avvengono entro 5 secondi. Rimproverando il cane anche solo dopo 10 minuti dal misfatto causeremo solo “ambiguità relazionale” che porterà il cane a essere ancora più confuso.

Abituarlo per gradi

Qual è dunque la ricetta per evitare la distruzione di oggetti quando il cane si trova in casa da solo? Essenzialmente gli “ingredienti” sono tre:

  • appagamento psico-fisico
  • contenimento
  • distacco progressivo

Il primo richiede di garantire uscite frequenti e ricche di esperienze. Che si tratti di un’attività olfattiva, dello svolgimento di esercizi di obbedienza o del compimento di sport cinofili specifici, l’importante è permettere al cane di “essere cane”, mettendolo così nelle migliori condizioni di gratificarsi.

Quando ciò si verifica, all’interno dell’organismo aumenterà la produzione di sostanze “benefiche” come le endorfine, la dopamina e la serotonina.

Tutto ciò renderà il vostro amico, successivamente alimentato a dovere, incline a rilassarsi spontaneamente divenendo più disponibile a osservare il proprietario uscire di casa.

Nelle prime esperienze di permanenza in casa, sarà altrettanto importante circoscrivere il luogo in cui il cane si verrà a trovare. Non potendo essere collocato in un trasportino per diverse ore, ed essendo il “recinto box” destinato ai soli cuccioli, sarà opportuno individuare una zona della casa alquanto ristretta e “povera” di stimoli.

Ciò permetterà al cane di rilassarsi più velocemente, essendo oggi molti gli studi che dimostrano un diretto collegamento tra spazi ristretti e tranquillità.

Partendo dal presupposto che ogni novità è sempre sinonimo di disorientamento e iniziale resistenza, fondamentale diventerà poi abituare il cane a rimanere da solo per “gradi” progressivi; inizialmente pochi secondi, per poi passare ai minuti da aumentare di giorno in giorno.

Numerose ricerche hanno evidenziato come i danni da distruttività si verificano di media entro la prima mezz’ora dall’avvenuto distacco, escludendo piuttosto interventi masticatori nei periodi successivi.

Un’ultima avvertenza riguarda le modalità di uscita e di entrata: il miglior modo per far apparire le andate e i ritorni del tutto normali sarà ignorare il cane al momento del distacco, salutandolo senza enfasi al rientro. Come dire: “tutto normale, non ti agitare”!

Il pastore svizzero è un cane dal carattere molto equilibrato, ricettivo e volenteroso, intelligente ed amichevole.

L’allevamento del pastore svizzero può essere differente a seconda delle finalità per cui si dovrà addestrare il cane: ad esempio per un impiego nelle forze dell’ordine o per aiuto sociale sarà più improntato al lavoro e ad un addestramento vero e proprio, mentre se il cucciolo di pastore svizzero è stato scelto da una famiglia come cane da compagnia e come guardiano avrà un apprendimento molto focalizzato sulla socializzazione e meno nel mero svolgimento di un dato compito.

In entrambi i casi, il periodo cruciale per l’apprendimento sono le prime sedici settimane di vita, durante le quali è estremamente importante far provare ai cuccioli esperienze positive sia accanto all’uomo che accanto ad altri cani.

Questo lato dell’educazione riguarda appunto la socializzazione, elemento fondamentale nella crescita di qualsiasi cane.

Il contatto con persone al di fuori del nucleo famigliare è importante per far sviluppare nel cucciolo la consapevolezza degli estranei per non averne timore una volta diventato adulto, ma anzi, provandone indifferenza e dimostrandosi così un buon guardiano.

Il contatto con altri cani invece, va controllato dal padrone, poiché deve essere preferibilmente indirizzato verso esemplari dal colore scuro, pacati e senza tendenze dominanti.

Il pastore svizzero, come qualsiasi altro cucciolo, potrebbe infatti subire umiliazioni da un cane adulto specialmente se maschio dominante, mentre nel caso della colorazione del mantello, è dimostrato che cuccioli di pastore svizzero bianco abituati ad interagire solo con la propria razza o comunque con cani dal colore chiaro, manifestano paura o aggressività nei confronti di cani dal colore scuro, che non riconoscono come simili.

Oltre alla socializzazione, l’educazione del cucciolo di pastore svizzero deve essere rivolta anche a fornire buone abitudini al cane soprattutto se vive all’interno delle mura domestiche, perciò la prima abitudine sarà quella relativa ai bisogni.

Il pastore svizzero è sì un cane diligente e dalle buone capacità di apprendimento, ma come tutti i cuccioli non ha ancora la piena percezione e padronanza del suo fisico perciò, specialmente dopo i sonnellini o dopo un intenso momento di attività è bene portarlo all’esterno e dargli il tempo di fare ciò che deve, per evitare che ne senta il bisogno una volta rientrato in casa.

In questo modo, mantenendo possibilmente anche gli stessi orari, il cucciolo apprenderà velocemente questa abitudine, alla base di una buona convivenza.

Partire con il piede giusto con il cucciolo è molto importante quindi è bene evitare chi alleva troppe razze, evitare i negozi/mercatini e puntare prima di tutto alla conoscenza diretta dell’allevatore prima come persona che sicuramente considera i propri cani come figli e non come oggetti da vendere.

L’allevatore riveste un ruolo fondamentale, dal momento in cui si adotta il cucciolo, per tutta la durata della sua crescita e della sua vita in generale.

Al di là del suo lavoro di selezione e dei consigli utili circa la scelta del cucciolo più adatto a ciascuna circostanza e ciascuna situazione familiare, l’allevatore dovrà essere il tuo punto di riferimento per domande, chiarimenti e informazioni.

Indipendentemente dalla razza, che determina l’indole del cane, all’interno di una cucciolata possono essere rappresentati molti caratteri e questo vale anche per il  nostro Pastore Svizzero.

Sarebbe molto utile poter valutare una anche il carattere dei genitori, e in modo particolare quello della madre che, durante l’allattamento, ha certamente condizionato i suoi cuccioli

Un allevatore serio cercherà di affidarti un soggetto con qualità adatte a quell’ambiente in cui dovrà vivere e che non contrastino con le tue caratteristiche personali.

Per questo motivo un bravo allevatore ti farò molte domande sui membri della tua famiglia, il tuo stile di vita, l’ambiente in cui vivi, ecc… solo per il bene di entrambi.

L’allevatore deve diventare un tuo appoggio e un punto di riferimento per la crescita del tuo cucciolo.

Interpellalo ogni qual volta avrai dei dubbi, e non ti preoccupare che nessuna domanda è mai banale; lui sarà felice di aiutarti perché la tua  soddisfazione è uno degli obiettivi del nostro lavoro.

Il vantaggio di un cucciolo di razza come il Pastore Svizzero è anche questo: avere un cane con un carattere che, a grandi linee, è definito e un allevatore che lo ha selezionato a cui sta quindi a cuore il vostro rapporto.

La collaborazione tra allevatore e proprietario è essenziale non solo per quest’ultimo, che troverà nel primo una fonte a cui attingere per qualsiasi dubbio, ma anche viceversa, attraverso il contributo che ogni singolo proprietario potrà dare crescendo bene il suo cucciolo.

È importante tenere aggiornato l’allevatore circa la crescita del cane e comunicargli anche i risultati del monitoraggio di eventuali malattie genetiche.

È fondamentale che chi possiede un cane conosca le leggi che ne tutelano i diritti e regolano eventuali obblighi.

Il maltrattamento degli animali, viene punito dall’Art, 727 del Codice Penale, il quale, modificato con la Legge n. 189 del 20 luglio 2004, prevede che:

«Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino  ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.

Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze»

L’Art 544-ter specifica che «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una legione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro»

La stessa pena e prevista per chiunque rechi danno alla salute di un animale (che sia o no di un proprietario), e viene raddoppiata qualora il danno determini la morte dell’animale.

Dal 1 novembre 2011 è inoltre in vigore la normativa che vieta il taglio di orecchie e coda a fini estetici. La violazione di tale divieto è punita con una multa variabile da 5.000 a 30.000 euro o con la reclusione da tre a diciotto mesi, ai sensi dell’Art. 544 del Codice Penale.

Per i proprietari

Recita l’Art. 1 della legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo (Legge 281/1991): «Lo stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente».

La tutela degli animali d’affezione è regolata anche da leggi regionali; inoltre ogni comune può emanare ordinanze a riguardo.

L’Art. 3, comma 1 della legge quadro prevede «L’istituzione dell’anagrafe canina presso i comuni o le ASL, nonché le modalità per l’iscrizione a tale anagrafe e per il rilascio al proprietario o al detentore della sigla di riconoscimento del cane, da imprimersi mediante tatuaggio indolore».

Dal 2005 l’obbligo del tatuaggio è stato sostituito dall‘applicazione di un microchip contenente il codice identificativo del cane.

È obbligatorio per chi è alleva di provvedere alla registrazione del cucciolo entro 30 giorni dalla nascita presso l’anagrafe canina del comune di appartenenza.

Questa prima registrazione deve essere sempre fatta dall’allevatore che poi farà la cessione al nuovo proprietario che dovrà a sua volta registrare il cucciolo alla propria anagrafe entro 10 giorni dal possesso.

Il certificato di iscrizione a tale anagrafe dovrà poi accompagnare sempre il cane durante i suoi trasferimenti o cambi di proprietà.

L’Art. 5 della legge quadro di cui sopra prevede le sanzioni e precisamente:

  • Chiunque abbandona cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione, e punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire 150 a 1.000 euro
  • Chiunque omette di iscrivere il proprio cane all’anagrafe di cui al comma 1 dell’Art.3, è punibile con una sanzione amministrativa da 38 a 232 euro.

L’Art. 2052 del Codice Civile riguarda invece i danni da animali e sancisce che: «Il proprietario di un animale o chi o lo ha in custodia è responsabile dei danni causati dall’animale, sia che esse fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salva sempre la prova del caso fortuito ».

Questo articolo viene aggiornato con la nuova ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dell’aggressione dei cani (in vigore dal 23 marzo 2009).

Tale ordinanza stabilisce che il ruolo del proprietario del cane è fondamentale nella prevenzione di eventuali aggressioni da parte dell’animale a persone terze ed è responsabile anche penalmente, oltre che civilmente, di eventuali danni a cose e persone da essi provocati, anche quando il cane è stato affidato a persone terze.

I cani hanno inoltre l’obbligo di uso del guinzaglio quando sono condotti in ambienti urbani e aperti al pubblico (fanno eccezione aree appositamente dedicate).

Il proprietario dovrà avere sempre con sé una museruola (morbida o rigida) da far indossare al cane in caso di necessità.

Inoltre questa ordinanza, richiama chiunque possieda un cane al dovere di informarsi sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche e sulle normative in vigore.

Prima di adottare un pastore svizzero bianco, è necessario che ogni famiglia tenga conto di molti fattori e si affidi a esperti del settore.

Il carattere docile, equilibrato e giocoso del pastore svizzero, fa sì che questa razza canina sia molto ambita e richiesta, perché molto adatta come cane da compagnia e soprattutto a contatto con i bambini.

Adottare un pastore svizzero bianco, come qualunque altra razza, vuol dire responsabilità e impegno che, seppur piacevoli, devono essere portati avanti con serietà e costanza, perché non andrà ad influire soltanto sulla vita della famiglia, ma anche su quella del nostro amico a 4 zampe, dai primi mesi fino all’età adulta, un periodo di tempo che potrebbe raggiungere anche i 16 anni.

Nella maggiore parte dei casi, si sa, la scelta di adottare un cucciolo viene condizionata per il 90% dai componenti più piccoli di una famiglia che, purtroppo, a quell’età non comprendono che un cane è a tutti gli effetti un essere vivente e non un giocattolo.

Quindi sta a noi adulti intervenire e capire, affidandoci ad allevatori esperti, facendoci consigliare sui tempi e sui modi di adozione ed educazione, senza correre e farsi prendere dall’entusiasmo iniziale.

Molti allevatori, quelli seri e professionali, sconsigliano di adottare un cane da pastore svizzero bianco soprattutto nei primi mesi di vita del cucciolo, prima che i bambini comincino la scuola e, soprattutto, quando in casa c’è un neonato.

Prendersi cura di un cane, prestare attenzione alla sua igiene e al suo benessere psico-fisico è compito dell’adulto, visto che i bimbi di casa lo considerano più come un passatempo e, il più delle volte, capita che trascorsi i primi periodi, perdano interesse ed entusiasmo verso il cucciolo, come spesso accade anche nei rapporti con amici o compagni.

Inoltre, adottare un cucciolo e lasciarlo a una neo-mamma, sicuramente già molto impegnata con un bambino piccolo da crescere, potrebbe risultare dannoso per tutti e tre, causando momenti di forte stress, che non porterebbe nessun giovamento all’intera famiglia, tantomeno al nostro cucciolo.

Non bisogna dimenticare che è sconsigliato lasciare il cane da solo con neonati o bambini molto piccoli, perché anche se il pastore svizzero appartiene a una razza canina molto affidabile, tranquilla e giocherellona, è pur sempre un cane con i suoi spazi e la sua natura.

Lasciare che il cane non giochi troppo con il bambino, perché una spinta data con la sua forza potrebbe procurargli una caduta, che il bambino a sua volta lasci riposare il cucciolo quando necessario senza invadere il suo spazio, evitare che il cane mordicchi i bambini o rosicchi i loro oggetti oppure che i bambini lo provochino sottraendogli l’osso.

Ultimo, ma non meno importante, accorgimento è l’acquisto di una cuccia, come la cameretta per i bambini.

Un cuccia può essere una casetta vera e propria oppure una cesta con una coperta, insomma qualcosa che appartenga soltanto al cane, che rappresenti una zona soltanto sua, dove poter riposare e trascorrere momenti di tranquillità e relax.

Il pastore svizzero bianco è uno dei cani più amati, pur essendo un cane di razza giovane, riconosciuta ufficialmente solo poco più di 10 anni fa.

Il pastore svizzero bianco è un formidabile guardiano anche se in un primo momento il suo colore ha rappresentato un problema.

I pastori, infatti, prediligevano i cani scuri, a quelli bianchi, perché questi venivano più facilmente visti dai lupi in mezzo al gregge.

Il Pastore Svizzero è un cane che ama la famiglia, i bambini. È un cane che non si mostra mai aggressivo, è un cane coraggioso con un carattere docile e mai nervoso, sempre dolce e affettuoso che pretende dal padrone lo stesso affetto e la stessa dolcezza.

La razza è simile a quella del Pastore tedesco: robusta, forte, potente. Ovviamente nel caso del pastore svizzero bianco il mantello è bianco e a doppio pelo, con ottima muscolatura.

Molti pastori svizzeri bianchi da bagnati si presentano gialli su schiena e sulle orecchie e, in molti esemplari, questi tratti sono evidenti anche da asciutti.

Per alcuni questo è considerato un piccolo difetto ma solo perché dal nome della razza ci si aspetta un bianco candido e, quindi, più sono bianchi più piacciono.

L’aggettivo “svizzero” nella denominazione pastore svizzero bianco dipende dal fatto che la Svizzera nel 2002 ha riconosciuto la paternità della razza, dopo averla importata negli anni Settanta.

È un cane di temperamento, attento e vigile, mai timoroso e mai aggressivo, ma riservato nei confronti di chi non conosce.

Inizialmente si mostra un pà diffidente e guardingo, sempre attento per poi lasciarsi andare, curioso, cercando di capire al meglio la situazione.

Facile da condurre e molto affezionato al padrone, lo difende a qualunque costo senza mai lasciarlo solo, mostrandosi molto docile ed affettuoso, mansueto e devoto.

Questo è uno dei motivi per cui è adatto alle famiglie.

Rispetto al pastore tedesco classico, le patologie dovute alla selezione sono inferiori nello svizzero, ma in fin dei conti un pastore tedesco ben allevato sarà sano come un pastore svizzero bianco bene allevato.

La differenza sta nel fatto che nell’allevamento della razza del pastore tedesco classico, essendo più diffusa, ci sono anche molti allevatori improvvisati con cucciolate di bassa qualità e prezzo, un business questo in cui il rischio è quello di far nascere cani con problematiche più o meno serie.

Chi alleva il pastore svizzero, invece, lo fa anche e soprattutto per passione!

Il rapporto tra cani e bambini è una delle relazioni più edificanti.

Per bambino è un grandissimo vantaggio crescere con un cane in casa perché sara per lui uno stimolo a muoversi, ad interagire, a socializzare con gli altri e a imparare il linguaggio del corpo.

I bimbi che crescono con i cani, e i cani che crescono con i bimbi, imparano in modo naturale, graduale e spontaneo a conoscersi e a sperimentare i modi di comunicare diversi, vocalizzare, sopratutto quando il cucciolo è di una razza che ha un carattere adatto a vivere in famiglia come il Pastore Svizzero.

Imparano anche ad apprezzare la diversità reale e non quella astratta che vedono alla televisione.

La comunicazione in assoluto: i bambini che crescono con i cani sono molto più abili dei loro coetanei a esprimersi e comprendere il linguaggio non verbale, e a sviluppare competenze sociali che saranno utili  a loro per tutta la vita.

Nei bambini aumenta la fiducia in se stessi e l’autostima: il loro cane, intatti, li ama ogni giorno, indipendentemente dal loro aspetto fisico e dalle prestazioni sportive o scolastiche, sono valori importanti con i compagni di scuola o di sport.

Il rispetto: il cane può insegnare delle regole e dare dei limiti a un bimbo troppo invadente, d’altro canto il bambino non asseconda sempre le richieste d’attenzione e il cucciolo impara a essere elastico nelle situazioni domestiche.

Nelle nostre famiglie flessibilità e adattabilità sono doti utilissime per vivere senza ansie né stress.

Un cucciolo che è cresciuto in una famiglia con bimbi piccoli e genitori sensibili, che insegnino ai bambini a rispettare i tempi dei cani, per esempio a rispettare il sonno e il pasto, da adulto avrà strumenti migliori per relazionarsi in ogni contesto.

Prevenzione delle morsicature domestiche

Cinque regole per non sbagliare:

  • Non lasciare un bambino (soprattutto fino a sei anni) solo con un cane.
  • Non lasciarli giocare da soli o se non sono in vista.
  • Il bambino deve essere educato a non sorprendere il cane che dorme, né a minacciare le sue cose o invaderne lo spazio critico: i cani possono sentirsi minacciati da qualcuno che arriva loro addosso improvvisamente e reagire in modo brusco.
  • Il bambino non deve andare continuamente dal cane, ma imparare a chiamarlo a se per giocare, in modo che il cane possa scegliere se rispondere all’invito o no.
  • Se il cane è di personalità timida e ansiosa, se esprime forme di minaccia come ringhiare, se ci si avvicina mentre è in possesso di qualcosa o mentre mangia, se è imprevedibile nelle reazioni, consultare un medico veterinario comportamentista.

Il Pastore Svizzero ama la famiglia ed è un formidabile guardiano senza mai avere atteggiamenti nervosi o aggressivi.

È un cane coraggioso con un carattere attento, dolce e affettuoso e deve essere trattato con dolcezza.

Durante l’educazione e l’addestramento, a qualsiasi livello, mostra una grande gestibilità alla pari di altre razze più rinomate per la capacità di apprendimento.

Il PSB è un cane ottimo da compagnia e molto amante dei bambini, nonché una razza molto adatta a impieghi socialmente utili quali pet therapy, protezione civile, ecc…

Ama vivere in famiglia e va d’accordo con tutti i suoi simili e altri animali, si trova bene con bambini di qualunque età ma è sempre un cane quindi solo con una corretta educazione può convivere in casa in completa armonia e come per qualsiasi altra razza è sconsigliato lasciare un bambino molto piccolo da solo con un cane.

Il Pastore Svizzero è un cane molto sensibile e tenero, ma non deve essere assolutamente timoroso se ben selezionato con la giusta socializzazione da cucciolo.

Se il cane è troppo pauroso la cosa più sbagliata è quello di alimentare questa sua insicurezza attraverso coccole esagerate e dimostrarsi troppo protettivo nei suoi confronti.

Normalmente è riservato verso gli estranei e mai aggressivo, preferisce mantenere le distanze almeno all’inizio e questo è una caratteristica importante del nostro lupetto!

Anche se per dimostrare tutto il suo affetto ha slanci di vera passione; resta pur sempre un cane primitivo, quindi non ci si può aspettare che abbia subito una gran voglia di socializzare con tutti.

Non è un cane che abbaia senza motivo e di solito è molto moderato in questo, inoltre ha un simpatico modo di modulare la sua voce in modi diversi.

La sua struttura essenziale gli permette prestazioni speciali: compagno ideale per gli sportivi; ottimo membro in famiglia perché è capace di integrarsi con educazione; compagno di giochi affidabile e divertente per i bambini, protettivo e fedele.

Un cane con grandi possibilità e un futuro pieno di successi!

Uscire con il proprio cucciolo è sempre un’esperienza di crescita sia per noi che per il nostro cucciolo di pastore che dovrà socializzare con altre persone e i suoi simili, punto fondamentale per una crescita psicologica equilibrata.

Gli accessori fondamentali sono una bottiglia di acqua e una ciotola di plastica pieghevole in modo da essere pronti nel caso abbia sete. Sacchetti o guanti monouso per raccogliere le deiezioni.

Guinzaglio e collare sono d’obbligo anche se uscite in zone aperte senza traffico o rischi per il vostro cucciolo, è sempre bene averli a portata di mano. E’ consigliabile anche portare la museruola nel caso in qualche locale o trasporto pubblico sia richiesta.

Educazione in auto

In auto, per legge, non si può trasportare il cane libero se questo può essere un pericolo per la guida, quindi possiamo procurarci un kennel o trasportino di misure adatte. Il kennel è molto utile anche in casa quando dovremo assentarci e mettiamo il cucciolo dentro alla sua cuccia in modo che non possa fare danni in giro o a se stesso.

Evitate che il cane tenga la testa fuori dal finestrino per evitare spiacevoli otiti (infiammazione che interessa la zona dell’orecchio)

Educazione al ristorante

  • Se c’è un gancio al muro, possiamo utilizzarlo per attaccare il guinzaglio;
  • Chiediamo al cameriere un tavolo in un angolo del salone, mai al centro;
  • Portiamo sempre la ciotola per l’acqua nel caso il nostro cane avesse sete;
  • Portiamo una coperta dove il cane può riposare;
  • Portiamo un osso di quelli in pelle di bufalo per cani;
  • Non diamogli mai il cibo della nostra tavola;
  • Avvisare i vicini di tavolo di non dare cibo al cane;
  • Evitiamo che bambini si avvicinino troppo: anche con un carattere meraviglioso come quello del pastore svizzero sempre meglio essere previdenti;
  • Cerchiamo di non considerarlo e lasciamolo riposare.