Salute

I controlli di routine sono molto importanti per conoscere le loro condizioni di salute, individuando in tempo eventuali patologie o malattie sul nascere.

Dovrebbero essere fatti annualmente a seconda della razza, delle condizioni di salute e dell’età del nostro cane, in aggiunta ai controlli programmati dal veterinario alle scadenze dei vaccini e dei loro richiami periodici.

Anche i cani possono ammalarsi, cadere vittima di influenze, raffreddori ma anche problematiche complesse che possono languire silenti e asintomatiche nell’ombra.

Un check-up può essere utile per accorgerci in tempo di patologie di per sè anche semplici ma che possono anche degenerare fino ad esiti infausti, tenendo conto che talvolta il cane non si lamenta e non manifesta dolore.

E’ importante sapere riconoscere i cambiamenti, talvolta anche minimi che possono avere conseguenze sul corpo e sull’umore del cane.

Un proprietario responsabile dovrà apprendere questa capacità di interpretare le condizioni di salute del cane e migliorarla nel tempo, con un contatto quotidiano e regolare con il suo amico.

Quando effettuare un check-up

Per capire se è necessario un controllo occorre osservare attentamente il comportamento del cane e capire se ci sono dei cambiamenti.

L’umore è molto importante. Un cane con dei problemi è apatico, non vivace, evita di correre e saltare.

Può anche comparire inappetenza o rifiuto del cibo, che non siano semplici capricci.

Dalle funzioni fisiologiche possono arrivare segnali importanti, per cui bisogno controllare la frequenza, la consistenza, il colore.

Infine anche anomalie relative a peso, movimento, comparsa improvvisa di zoppia o lamenti dolorosi al tatto, nonchè cambiamenti nelle condizioni del pelo, fino alla presenza di ferite, morsi, abrasioni, croste e batteri.

Altri segnali da osservare sono lo scolo nasale o oculare che siano prolungati, ovvero frequenti colpi di tosse o rigurgiti.

Segni di letargia, svenimenti, affanno dopo una camminata breve, tremori improvvisi o movimenti troppo lenti devono far scattare il sospetto che qualcosa non va.

Il grattarsi troppo violentemente o presenza di odori strani, forti che non dipendano dalla pulizia del mantello.

Ogni singolo segnale trascurato potrebbe nascondere un problema leggero o serio.

Dunque è importante osservare il cucciolo e appena si nota una anomalia consultare uno specialista per procedere nel migliore dei modi.

Cosa è la Giardia? La giardiasi è una affezione enterica protozoaria che ad oggi conta più di 40 specie in relazione all’ospite.

Quella che colpisce il cane è detta Giardia duodenalis o Lamblia duodeanalis. Viene interessato l’apparato intestinale.

Come si trasmette la Giardia

L’animale si infetta a seguito di ingestione di acqua, terra o cibo contaminati.

Il protozoo responsabile è un parassita che all’interno dell’intestino prolifera in un numero elevato di larve, le quali si riproducono, producendo cisti che vengono eliminate con le feci.

Come si riconosce la Giardia

Il quadro clinico può essere asintomatico, c.d. portatori sani, ovvero possono manifestarsi disturbi intestinali con feci molli, diarrea, e nel tempo portare a dimagrimento nonostante la presenza di appetito, con rallentamento nella crescita.

La giardia ha un periodo di incubazione da 5 a 21 gg. e le cisti, una volta espulse con le feci, possono sopravvivere nell’ambiente anche per mesi.

Come si cura la Giardia

Per l’eliminazione si può affrontare sia terapia con vermifugo che con antibiotico (metronidazolo, fenbendazolo, febantel+pirantel+praziquantel) a seconda del grado di gravità, fino all’eliminazione, verificabile con analisi feci al microscopio.

Alla terapia farmacologica deve essere associata una accurata disinfezione dell’ambiente con sali quaternari di ammonio, candeggina , formaldeide, fenolo.

La giardia e l’uomo

La giardia fa parte delle zoonosi, malattie che si possono trasmettere da animale a uomo e può essere trattata con terapia antibiotica.

Importante è la prevenzione, garantendo la pulizia degli ambienti ed evitando contatto con acqua contaminata, cibi poco cotti.

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza (anche se non siamo “allevatori”, ma semplici “selezionatori”)!

È opportuno che il futuro proprietario sia CONSAPEVOLE che prendere un cucciolo, di soli 2 mesi, che sia (come gli viene spesso detto e ripetuto, fino alla nausea, da certo mondo allevatoriale) “figlio di genitori ufficialmente esenti-displasiaNON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE… NULLA!

Tanto meno fornisce ASSOLUTAMENTE ALCUNA GARANZIA che il proprio cucciolo non manifesti sintomi di DISPLASIA (anca/gomiti) all’anno nonché da adulto!

Significa solo e semplicemente (anche se molte “ieratiche” pseudo-allevatrici NON ve lo dicono) che quando l’acquirente (1 su 4, dato che l’incidenza media, nella razza, è statisticamente pari a circa il 25%) scoprirà di avere, già ai 4 mesi, un cucciolo “DISPLASICO”, la (pseudo) allevatrice di turno si potrà difendere (in una eventuale causa di risarcimento danni e/o richiesta di risoluzione del contratto di vendita per la denuncia di un “vizio redibitorio”) affermando di non esserne “responsabile” perché ha usato “genitori (letti ufficialmente) esenti-displasia“.

Questa “linea difensiva”, adottata dalla (pseudo) allevatrice di turno, sarà vincente fintantoché vi verrà consegnato un cucciolo di SOLI 2 MESI (quindi NON è un caso, se ve lo danno proprio di… 2 mesi!).

Pertanto quella stessa allevatrice che, tutta fiera di sé e della propria (pseudo) “selezione”, vi martellerà nella testa codesto concetto, in realtà NON STARA’ DANDO NESSUNA GARANZIA A CHICCHESSIA ECCETTO CHE A…  SE STESSA (per quel 25% di cuccioli DISPLASICI che, mediamente, ricorrono, regolarmente, in questa razza; anzi, per la precisione, da statistica descrittiva, in Italia è pari al 23,62 per il pastore tedesco; dato che è  ragionevole utilizzare come benchmark cinotecnico per il PSB).

Tutto ciò, essendo problematica ben nota, è un comportamento – da parte di certo mondo allevatoriale – molto ipocrita (trattandosi di patologia “poligenica”, oltre che “multi-fattoriale”; ove, tra l’altro, il “fattore” ALIMENTAZIONE, tra tutti quelli ambientali, si rivela FONDAMENTALE ai fini della eventuale manifestazione di sintomi displasici in età adulta; quindi – anche su questo fronte – NON è un caso se utilizzano, beceramente, mangimi industriali; vedi Report del 6.12.15), oltre che molto opportunistico in quanto solo a danno del futuro proprietario. Dato che magari, già ai 4 mesi, in occasione delle lastre preventive, quest’ultimo, da un lato, si sentirà dire dal proprio veterinario di fiducia che il proprio cucciolo ha una “severa lassità articolare”; dall’altro (dall’allevatrice da cui ha preso il cucciolo) si sentirà ribattere che non vi è alcuna “responsabilità” allevatoriale essendo stati utilizzati “genitori esenti-displasia“.

Tutti questi comportamenti, profondamente ipocriti oltre che COMMERCIALMENTE SCORRETTI, sono oramai grottescamente farseschi.

La VERITA’ (e NON le chiacchiere che vi raccontano, al telefono o su facebook, queste pseudo-allevatrici) è che tutta questa becera fauna allevatoriale bipede NON si preoccupa tanto della SALUTE del cucciolo (lo alimenterebbe ben diversamente, se così fosse!), quanto della propria “inattaccabilità” in una eventuale causa intentata a seguito di contestazione del cosiddetto “vizio redibitorio” (artt.1490 ss. c.c.; D.Lgs. 206/2005 per fattispecie peculiari; in Francia “Legge Nallet” – Loi Nallet, 89-412, 22.6.1989 – che, comunque, la sentenza n.375 del 25.4.2001 della Cassazione francese ha NOTEVOLMENTE ridimensionato: il che significa che, in Francia, per certo sottobosco allevatoriale – tuttora ancora molto diffuso qui in Italia, purtroppo – la pacchia dello sbandieramento dei “genitori esenti-displasia” è terminata da tempo! Presto, finirà anche in Italia. Auspicabilmente con l’introduzione del nuovo test del DNA, ad oggi disponibile solo per i Labrador).

Dare SOLO cuccioli di 4 MESI; darli SOLO CON LASTRE PREVENTIVE (eseguite ai 4 MESI); dare SOLO quei cuccioli che risulterrano, da referto veterinario ortopedico, 100% DISPLASIA-ESENTI (anche/gomiti): ebbene, tutti questi sono FATTI CONCRETI.

Cominciate a pretenderli – questi FATTI CONCRETI – anche dagli altri (invece di perder tempo con i loro ragli), dato che è vostro DIRITTO farvi consegnare, semmai, un cucciolo ACCERTATO 100% DISPLASIA-ESENTE. E NON un cucciolo con i “genitori displasia-esenti” (che poi magari, 2 mesi dopo, vi viene “letto” displasico (magari con una UAP; un OCD; una FCP; una INC; una UME; una IOHC: le cose che non vi raccontano sono tante…). Pretendételi, questi FATTI CONCRETI, da TUTTE le allevatrici o sedicenti tali (a prescindere dalla appartenenza o meno a qualsivoglia “gruppo“, “associazione” o “club” cinofilo “ufficiale” o meno: solo tanto fumo negli occhi, per voi privati e profani, facilmente influenzabili ma, soprattutto, ignari della jungla cinofila, ufficiosa o ufficiale, che c’è dietro a ogni razza). E se vi rispondono che a 2 mesi NON è possibile “accertarlo” (come, di fatto, è, non-accertabile) iniziate a chiedervi il PERCHE’ ve lo danno a SOLI 2 MESI. Dopodichè datevi una risposta.

E’ venuto il momento che tematiche complesse (e relative, complesse, implicazioni, anche giuridiche) di patologie ricorrenti come la DISPLASIA vengano sviscerate in tutti i loro aspetti (finanche giuridici). Dato che, a tutt’oggi, sono argomenti ancora tutti (volutamente, nell’interesse di ristrette lobbies cinofile senza tanti scrupoli) MOLTO poco chiari e MOLTO poco trasparenti al grande pubblico.

Il nostro consiglio – allorché cercate un cucciolo (di Pastore Svizzero Bianco, ma anche di qualsiasi altra razza) – è quello di pretendere FATTI CONCRETI (soprattutto da quelle pseudo-allevatrici, più zelanti, coi loro ragli, nel dimostrarsi linguacciute ed insolenti, che non concrete e concludenti); e NON semplici PAROLE (ragliate) e/o mere “istruzioni” circa il “come & dove” consultare, nel web, i siti di parte (loro), sui quali ci sarebbe MOLTO da dire e da rivelare per dimostrarne la POCA – per non dir NULLA – SERIETÀ.

Pretendete, quindi, semmai SOLO cuccioli con LASTRE PREVENTIVE già effettuate ai 4 MESI invece di farvi fuorviare dal chiacchiericcio comaresco della ragliante (pseudo) allevatrice di turno; o dalle foto di quattro coppette & gagliardetti in croce (che certo sottobosco allevatoriale è solito conferirsi, a turno, auto-referenzialmente, solo per gettarvi fumo negli occhi); tanto meno dal raglio petulante della solita (pseudo) allevatrice (di turno) che, arrampicandosi sugli specchi, pretende di guidarvi nei meandri telematici di certi siti (dietro ai quali il cinofilo profano non ha la minima idea di QUALE e QUANTO MARCIO vi sia; e, quel che è peggio, di quanto lo sia sulla pelle dei cani!).

Guardate alla SOSTANZA. Informatevi CONCRETAMENTE (non virtualmente!). Valutate il BENESSERE CONCRETO del Vs. futuro cucciolo (e futuro cane). VISITATE e TOCCATE CON MANO LA REALTA’. I cani, i cuccioli, il contesto d’allevamento, il branco (per chi ce l’ha e lo sa gestire in concreto, senza tante “chiacchiere & distintivi” cinofili). Fatevi un’idea, prima di tutto, della PERSONA che sta dietro al Vs. potenziale futuro cane. Parlatele al telefono. Poi di persona. NON limitatevi, supinamente, a visitare siti e/o schede virtuali (di dubbia legittimità, per non dire di NULLA affidabilità) che vi vengono indicati – con ragliante insistenza, quale UNICA argomentazione “di vendita” – dalla solita (pseudo) allevatrice linguacciuta, petulante ed insolente (di turno), oltre che di scarsa, per non dir nulla, capacità cinofila.

E se cercate un cane SERIO, che faccia il Cane (e non il “pet”) usate il PENSIERO CRITICO (se, come auspicabile, ne siete dotati). Diversamente, se ne siete sprovvisti – il web sovrabbondando delle solite teste-di-legno – rivolgetevi pure a quest’ultime. D’altronde…

…QUEM VULT PERDERE DEUS AMENTAT

La displasia dell’anca (coxo-femorale) è una malformazione dell’articolazione dell’anca che può essere individuata nel corso della crescita del cucciolo e la cui incidenza è maggiore nelle razze grosse e pesanti e con crescita veloce.

I principali fattori che possono scatenare questa patologia (NON presente alla nascita del cucciolo) sono lo stile di vita e la crescita NON NATURALE, troppo veloce, spesso causata dai cibi industriali che velocizzano la crescita a scapito di una debolezza delle cartilagini e della muscolatura, poiché contengono sempre o quasi sempre scarti della lavorazione industriale vietati per il mercato umano (servizio di Report del 6.12.2015)

Questa patologia – come spiega anche il Dott. Alessandro PROTA – NON è congenita, cioè presente alla nascita, ma è caratterizzata da un certo numero di fattori, tra i quali il principale è sicuramente l’ALIMENTAZIONE.

Dire che un cucciolo sarà “displasico” NON ha il minimo significato, anche con delle radiografie in mano, perché un cane, che non presenta alcun sintomo displasico, potrebbe essere portatore sano e trasmettere il gene (anzi, l’isola poligenica) alla sua progenie.

Nessun allevatore è in grado di fornire garanzie su un cucciolo di 2/3 mesi, ma un bravo allevatore vi dirà COME alimentarlo correttamente e COME gestire la sua crescita onde ridurre le probabilità che in età adulta il cane possa manifestare sintomi displasici.

Anche per questo motivo la O.F.A. (Orthopedic Foundation For Animals), una delle prime commissioni di lettura creata nel 1966 negli USA (dove certe “truffe” non sono così facilmente realizzabili e dove, comunque, la reazione, da parte degli allevatori, sarebbe ben diversa; laddove, qui in Europa, è essenzialmente di supina acquiescenza alle conseguenze di questa che, essenzialmente, una “ideologia” di certa corrente di pensiero veterinario) NON accetta di leggere lastre PRIMA dei DUE anni dello sviluppo di qualsiasi cane!

Per non menzionare il metodo diagnostico “PennHIP” (creato oltre 40 anni fa presso l’Università della Pennsylvania ma di cui il 99,99% dei veterinari in Italia – eccetto il Dott. Riccardo MONTICONE e pochi altri – non ha nemmeno mai sentito parlare!).

Alimentazione: fattore determinante per un cane in salute!

Per ridurre al massimo la predisposizione a manifestare eventualmente sintomi displasici quando il cane sarà anziano, è necessario ALIMENTARE, sin da subito, il proprio cucciolo nel modo più NATURALE possibile al fine di avere un naturale e corretto accrescimento dell’animale.

Chi volesse approfondire l’argomento, può trovare una ricca ed esaustiva riflessione di un’allevatrice cinofila con oltre 40 anni di esperienza e, per coloro che non sono ancora totalmente obnubilati dalla corrente ideologia (dietro alla quale c’è, essenzialmente, solo un ricco business), potrà arrivare facilmente alle giuste conclusioni (www.golden-forum.it/index.php?topic=5511.0).

Spesso una “gestione” del cucciolo sbagliata sin dai primi mesi di vita, con ciò intendendo una inadeguata alimentazione ed un eccessivo esercizio fisico, sono le PRINCIPALI cause di manifestazione di sintomi displasici in età adulta.

Ovviamente trattasi di una verità molto scomoda da affermare, dato che – se affermata e dimostrata (come un giorno, col test del DNA, sarà finalmente possibile fare) – non giustificherebbe tantissimi interventi, tanto costosi quanto inutili, proposti da molti veterinari all’ignaro ed ansioso neo-proprietario di cucciolo “di cane di razza” (a quelli che portano a casa un cucciolo meticcio, non li propongono, essenzialmente per due motivi:

1) non venendo ritenuti sufficientemente  “capienti” e/o propensi economicamente;

2) non essendoci, dietro a un cucciolo di meticcio, un “allevatore” su cui scaricare le responsabilità e magari – per gli sprovveduti che lo credono così automatico – anche tutti i costi sostenuti dal neo-proprietario per la serqua di inutili accertamenti ed interventi loro proposti e dai medesimi accettati).

Come già accennato e come anche spiegato dall’allevatrice francese di cui sopra, M.me Martine Nathorst, nelle sue riflessioni alla luce di 40 anni di esperienza di allevamento cinofilo, da oltre 20 anni (precisamente, in Francia, dal 1989, a seguito della “Legge Nallet”) è stata creata e diffusa ad arte la FALSA idea che il fattore principale causante la predisposizione a manifestare sintomi displasici in età adulta/anziana, sia quello legato al fattore ereditario-genetico. Così facendo, attribuendo e scaricando le principali responsabilità sull’allevatore che, a detta di chi questa ideologia ha interesse a diffondere (i.e. la lobby veterinaria) non avrebbe “selezionato” bene.

Facciamo, pertanto, nostre alcune, miratissime ed attualissime, considerazioni (del 2011, con tutti i limiti della traduzione) di M.me Nathorst (allevatrice di Labrador – Allevamento “Valhalla”) : “…ma come è facile giocare sul disorientamento di un padrone che si preoccupa al minimo zoppicamento per poi convincerlo a fare operare il cane d’urgenza, guardandosi bene dal dire che se si lasciasse fare alla natura, essa stessa provvederebbe nella maggior parte dei casi, a far vivere il cane in modo normale, tutt’al più con il solo aiuto di qualche antidolorifico. In quanto all’artrosi della vecchiaia, NON dipende necessariamente dalla displasia. E’ anche molto facile proporre “lastre preventive” a quattro/sei mesi, anche se il cane non zoppica affatto. Rari sono i veterinari che si rifiutano di fare radiografie prima dell’anno di età. Eppure tutti sanno che le radiografie sono pericolose per le loro radiazioni. Senza contare che manipolare le anche senza criterio, può essere solo pericoloso e non ha senso. Salvo casi eccezionali, radiografare le anche di un cane che non ha ancora compiuto un anno di età, non è altro, ai miei occhi, che un grave segno di INCOMPETENZA del veterinario, oltre che voglia di far tanti soldi facili. Certamente, radiografare un cane di meno di un anno è anche il miglior mezzo per proporre un intervento chirurgico che, a quanto ho visto, è un intervento estremamente doloroso per il cane e non è garantito che sia risolutivo, senza contare che sarebbe un intervento NON motivato da una displasia grave. In quaranta anni di vita insieme ai Labrador, se ho avuto a che fare con la displasia, non mi sono MAI sognata di fare operare neanche un solo mio cane e me ne rallegro. Come non essere atterriti nel vedere certe frenesie di radiografare giovani cani, a incoraggiare i loro interventi. Certi veterinari prescrivono la radiografia di controllo a sei mesi, così come prescrivono i vaccini a tre mesi. Di prassi! E’ verissimo che l’industria di chirurgia ha solo una ventina di anni : prima se ne fregavano oppure il cane veniva eliminato o semplicemente il cane si teneva la sua displasia, per scoprire a volte durante l’autopsia che non era neanche un cane displasico, ma presentava semplicemente una lassità assolutamente normale per l’età che aveva. Erano vent’anni che facevo la radiografia preventiva ai futuri genitori, fino a quando la scuola veterinaria di Berna (che interpreta ed effettua le lastre) si è resa conto che bisogna smettere di lastrare cani giovani, anche se l’allevatore o il proprietario sono ansiosi di sapere. Ho imparato a mie spese che c’è urgenza di limitare tutto questo grande business : NON si fanno lastre senza una ragione imperativa! Ho imparato anche che un cane può essere perfetto a sei mesi in funzione delle condizioni nelle quali è avvenuta la sua crescita, che è il periodo più sensibile perché il cane è pesante ma con le articolazioni fragili, e poi ritrovarsi gravemente displasico a un anno”

Parlando, poi, di chirurgia veterinaria, uno degli “schifi” attualmente molto di moda (anche perchè molto costoso, ergo lucroso per chi lo propone ed esegue) è l’intervento correttivo di sinfiodesi pubica giovanile, con cui si interviene chirurgicamente (quindi, ovviamente, in anestesia totale!) anche su cuccioli di pochi mesi, allorché non ci si dovrebbe nemmeno sognare di tentare “prognosi” fin verso i 15-18 mesi (anche perché di “prognosi” trattasi; e NON di “diagnosi”: sarebbe come tentare di “diagnosticare”, su un bambino di 11 anni, la propensione a manifestare sintomi di coxo-artrosi allorché ne avrà 70, allo scopo di intervenire chirurgicamente subito; fortunatamente, con gli umani, questi abomini pseudo-diagnostici – e soprattutto chirurgici – non sono nemmeno concepibili; anzi, fortunatamente sarebbero perseguibili a termini di legge!).

Queste vere e proprie TRUFFE (con cui, come sostiene M.me Nathorst, “GLI UNICI A GUADAGNARE SONO I VETERINARI, I SOLI A PERDERCI SONO I CANI!“) si avvalgono poi anche di tutto il marketing mediatico che c’è dietro ai (e sulla pelle dei) nostri cani, con pubblicità di cibi industriali presentati come la migliore alimentazione possibile del cane e che, invece, sono la PRIMA VERA CAUSA di tantissimi problemi di salute.

Quasi tutti i cibi industriali sono realizzati con ingredienti di scarsissima qualità: pochissima carne, per giunta di dubbia provenienza; e, quel poco (max 4%, che è la percentuale più frequente in quanto minimo fissato per legge europea), praticamente senza valori NUTRIZIONALI causa il trattamento derivante dalla cottura ad altissime temperature, all’essere spesso pieni di farine, di cereali, di mais e di fonti proteiche di pessima qualità, oltre a una grande quantità di conservanti, aromatizzanti e additivi per dare appetibilità a questi composti (e magari far credere al nostro micio che sta mangiando un topo quando, in realtà, ha solo una pannocchia di mais sotto ai denti.

Per quanto in molti (veterinari e, ultimamente, anche gli stessi allevatori, che stanno diventando il primo anello della catena distributiva di certe marche di crocchette) non vogliano ammetterlo, i cibi industriali (secchi o umidi) sono la principale causa di intolleranze, disfunzioni dell’apparato immunitario, obesità e alterazioni nella crescita articolare perché sostanzialmente poverissime di principi NUTRITIVI necessari al cane che, essenzialmente, resta un animale CARNIVORO e, come tale, dovrebbe mangiare (carne, pesce, alcuni tipo di osso e cartilagini, frattaglie, uovo, verdura, frutta).

Tra i pochissimi veterinari in Italia che trattano l’argomento DISPLASIA in funzione della tipo e della qualità della ALIMENTAZIONE, c’è  il Dott. Alessandro PROTA, uno dei maggiori VETERINARI SPECIALISTI IN ALIMENTAZIONE NATURALE e non solo (e, ovviamente, anche e soprattutto per questo molto avversato ed osteggiato dalla maggior parte dei suoi colleghi, avendo avuto il coraggio di proporsi come voce fuori dal coro, anche con il suo ultimo libro “Il coraggio di scegliere“, ora in ristampa, essendo la 1.ma edizione andata a ruba).

Sul canale YouTube del Dott. PROTA potrete trovare tantissimi consigli e capire quali sono i fattori che influenzano il corretto accrescimento del cucciolo.

Dott. Alessandro Prota (www.alessandroprota.it)

Sono diversi gli impegni da affrontare nel momento in cui un cucciolo varca la soglia della sua nuova casa: ecco i più importanti.

Prima di portare per la prima volta il cucciolo dal medico veterinario è fondamentale lasciarlo tranquillo per qualche giorno nel suo nuovo ambiente di vita, in modo da farlo acclimatare e da poter al tempo stesso osservare se tutto procede bene o se emergono invece problemi di salute o di comportamento.

Quasi tutte queste informazioni vi devono essere fornite dall’allevatore che vi consegna il cucciolo, sicuramente la persona più informata sulle esigenze e i consigli per una giusta crescita psico-fisica.

Noi come scelta etica e morale verso il benessere di queste creature abbiamo deciso che i nostri cuccioli verranno consegnati dopo la 12° settimana di vita (3 mesi) con:

  • Microchip identificativo
  • Iscrizione anagrafe canina
  • 3 trattamenti antielmintici (antiparassitari)
  • Ciclo vaccinale completo (2 vaccini con eptavalente)
  • Libretto sanitario
  • Certificato di buona salute (veterinario)
  • Pedigree ENCI/ROI che ne attesta l’appartenenza alla razza
  • Contratto di cessione cucciolo
  • Puppy Kit

Tuttavia, nel caso l’allevatore che vi consegna il cucciolo non operi come noi, la prima visita serve, oltre che per un controllo generale, per pianificare tutte quelle procedure iniziali imprescindibili, quali:

  • l’iscrizione all’anagrafe canina regionale
  • il ciclo delle vaccinazioni
  • i trattamenti contro i vermi intestinali
  • lo schema alimentare
  • l’educazione alla pulizia casalinga
  • le basi del rapporto uomo-cane
  • la prevenzione degli ecto-parassiti (ovvero i parassiti esterni come zecche e pulci)
  • la profilassi di quelle malattie (prime tra tutte la filariosi cardiopolmonare e la leishmaniosi) a rischio in determinate aree geografiche e in particolari stagioni

I cuccioli devono essere curiosi, attenti e reattivi a tutto ciò che li circonda: quelli che sembrano più timidi, prepotenti o aggressivi potrebbero sviluppare queste caratteristiche “negative” con la crescita.

Gli animali ci aiutano a dare il meglio di noi stessi, così come riporta anche la seguente citazione “il mio obiettivo nella vita è diventare la persona che il mio cane crede io sia” (Robert A. HeinLein)

Ebbene sì, gli Italiani sempre più “amici degli animali”, un amore capace di andare oltre la crisi!

…se la crisi, anche malauguratamente dovesse continuare, pare non riuscirà ad incrinare, come non vi è riuscita finora, lo splendido rapporto dell’uomo in genere, e di noi Italiani in particolare, con gli amici più fedeli, con i cani e gatti e conigli e criceti e canarini e chi più ne ha ne metta.

Lo dicono tutte le indagini e statistiche più accreditate, lo dice Eurispes, lo dice a gran voce la stampa specializzata e non: gli Italiani amano cani, gatti e soci, sempre di più.

Il dato quasi plebiscitario, riguarda, ed è curioso, non soltanto e inevitabilmente i proprietari di cani e gatti ma anche colore che non hanno in casa quattro zampe od un altro anico peloso e non.

Proprietari e non proprietari sottolineano infatti con le loro riposte quanto cani e gatti aiutino a stare meglio, come diano molto senza chiedere nulla in cambio, quanto siano capaci di tenere compagnia, quanto siano di aiuto nei momenti difficili ma sopratutto come siano percepiti veri e propri componenti del nucleo familiare.

Percentuali che sembrano ogni anno aumentare, in barba alla crisi e alle prospettive non del tutto rosee della nostra ed in generale dell’economia mondiale.

Questo incremento però grava anche sulla loro pelle e porta a interessi molto meno nobili come il traffico illecito di animali d’affezione.

La storia del rapporto uomo-animale da compagnia e il trionfo di un’amicizia che non conosce mode o epoche storiche

Però… mi e vi domando: perché sorprendersi di un dato, quel buon rapporto tra uomini e animali quando è la storia tutta, da quando qualcuno ha pensato di inventare la scrittura, che lo testimonia quotidianamente?

E che testimoni! Il filosofo tedesco Schopenhauer amava dire che “chi non ha avuto un ace non sa cosa significa essere amato”.

Sempre in quegli anni il grande scrittore tranese autore de “I Miserabili”, Victor Hugo, ebbe la forza di mettere nero su bianco una dichiarazione d’amore verso il cane che non ha avuto pari mai: “il cane è la virtù che , non potendo farsi uomo, s’è fatto bestia”.

Già nell’antica Roma si era d’altronde scoperta la bellezza di vivere accanto ai quattro zampe più fedeli: lo stesso Seneca Lucio Anneo, non mancava mai di ricordare che “l’amore per un cane dona grande forza all’uomo”.

Insomma, pare proprio che non ci sia stata epoca storica nella quale non si sia considerato l’animale da compagnia come un sostegno, un appoggio, un piacere, una felicità per l’uomo.

La Pet Therapy? Storia recente, in realtà i benefici effetti che gli animali da compagnia hanno su di noi sono noti da sempre

Gli animali da compagnia da sempre migliorano sensibilmente la salute e l’umore generale dell’uomo. Pet Therapy è l’etichetta “scientifica”, in realtà, anche se fatto per puro divertimento e sano piacere, non c’è dubbio che la compagnia di un quattro zampe abbia effetti straordinariamente positivi su proprietari e su tutti quanti hanno la fortuna di passare del tempo con loro, con queste creature che pendono dalle nostre labbra.

Quasi tutte le razze di cani sono adatte a questo approccio, tuttavia merito della loro indole dolce e sensibile vi sono razze più adatte per affrontare questo percorso come appunto il Pastore Svizzero, il Labrador

Adrenalina e dopamina aumentano, innescando un meccanismo virtuoso sia all’interno del nostro organismo che sul nostro benessere psicologico: la pressione sanguigna diminuisce, si riducono gli stati d’ansia e lo stress.

I proprietari di un cane soffrono anche meno di insonnia e vedono diminuire anche i valori di colesterolo e Trigliceridi, incredibile ma vero!

Novità scientifica? Macché, tutto già conosciuto, tutto già noto fin dal 1700. Adesso, vero, è prassi consolidata, ma cani e gatti e affini sono nei pensieri dell’uomo da secoli.

CHI NON HA MAI AVUTO UN CANE NON SA COSA SIGNIFICHI ESSERE AMATO (A. Schopenhauer)

Una frase forte, se si pensa che il nostro mondo conto 7 miliardi di esseri umani, tutti ammassati sullo stesso pianeta eppure così distanti uno dall’altro e sempre più sofferenti di solitudine ed incomunicabilità.

E nonostante i piccoli e i grandi problemi che un animale in casa comporta del resto, di fronte a tanti benefici effetti la risposta dell’uomo è stata, e sarà ancora, sempre la stessa: crescere nella cultura animale, crescere nel rispetto di viventi del Creato che “qualcuno” ha pensato bene di porre come amico dell’uomo… da qui all’eternità.

Una vaccinazione che ha spesso una valenza più legale che sanitaria è l’antirabbica.

Il territorio italiano è tornato libero dalla rabbia dopo un grosso focolaio scoppiato nelle regioni del nord-est dove era obbligatorio vaccinare i cani.

La vaccinazione è obbligatoria per il rilascio del passaporto internazionale per i cani che accompagnano i loro proprietari fuori dal territorio italiano e per partecipare a raduni o manifestazioni cinofile, ed è altresì consigliata per i cani che cacciano in zone di confine col territorio italiano, a rischio di contatto con i selvatici potenzialmente infetti; inoltre è utile averla fatta, in termini di tutela legale, se capita che il cane morda una persona.

Perché il nostro cane sia in buona salute occorrono dei controlli periodici e sopratutto alcuni vaccini da fare nei momenti più opportuni.

La rabbia

È una grave malattia virale che colpisce il sistema nervoso centrale, della quale la volpe ed alcuni mustelidi, tassi, faine e martore, rappresentano il serbatoio del virus. È un virus labile, ossia poco resistente nell’ambiente, per cui il contagio tra un soggetto infetto e uno recettivo si realizza soprattutto, ma non necessariamente, attraverso morsicature.

Tutte le specie animali a sangue caldo sono soggette all’infezione, uomo compreso. Attualmente la vaccinazione dei cani con vaccini inattivati e delle volpi con vaccini per via orale rappresenta l’unico mezzo a disposizione capace di prevenire la malattia.

Le vaccinazioni

Il principale motivo per cui è consigliabile praticare la vaccinazione al proprio cane è che non esistono cure specifiche per le malattie menzionate.

Nei casi in cui si presenta un soggetto ammalalo, infatti, il veterinario può solo impostare una terapia di supporto per limitare i danni che l’agente infettivo causa all’animale infettato.

Con la vaccinazione si stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici contro gli agenti che causano queste patologie, pertanto la vaccinazione è sempre fortemente consigliata, soprattutto nei cani da caccia che hanno moltissime probabilità di venire in contatto con altri soggetti o eventuali fonti d’infezione.

E’ pertanto necessario effettuare le vaccinazioni a scadenze periodiche, anche nei cani adulti, e non è assolutamente vero che basta vaccinare il cucciolo e poi basta.

Un altro mito o leggenda da sfatare è il rischio che molti sostengono corra il cane ad effettuare certe vaccinazioni: i moderni vaccini in commercio sono sicuri e in grado di evocare delle ottime risposte anticorpali, naturalmente per evitare rischi è assolutamente necessario vaccinare soggetti in perfette condizioni di salute, non stressati né malati e soprattutto sverminati.

Quindi affidarsi sempre al consiglio del veterinario di fiducia che è in grado di valutare le reali condizioni del cane.

Ulteriori profilassi

Altre profilassi indispensabili per i nostri ausiliari sono per la prevenzione da alcune malattie.

Filariosi cardiopolmonare: una malattia trasmessa da insetti ematofagi, vista nei numeri precedenti. Per questa profilassi esistono compresse da somministrare al cane a cadenza mensile.

Da alcuni anni è anche disponibile un’iniezione sottocutanea a lento rilascio che conferisce una copertura sicura per 12 mesi.

Unica accortezza è utilizzarla solo in soggetti adulti, più di 8 mesi.

Leishmaniosi: un’altra malattia causata da protozoi del genere Leishmania. Si tratta di una patologia sistemica grave e di difficile diagnosi a causa dell’estrema variabilità con cui si presenta clinicamente.

L’importanza della leishmaniosi è inoltre legata al suo carattere zoonosico per il quale il cane rappresenta il principale serbatoio del parassita.

Il vettore della malattia è un moscerino del genere flebotomo detto anche pappatacio.

In Italia un tempo la malattia era relegata essenzialmente in zone endemiche, cioè in cui il flebotomo trovava il suo ambiente ideale e quindi la leishmaniosi si diffondeva facilmente, come le aree costiere e le isole dove il clima è più caldo.

Recenti studi hanno evidenziato che i flebotomi stanno sempre più adattandosi a vivere in zone dove fino a pochi anni or sono non erano presenti, come ad esempio nel nord Italia. I periodi di maggior rischio vanno dalla primavera al tardo autunno, ma nelle regioni più calde del sud Italia la stagione dei flebotomi può estendersi a tutto l’arco dell’anno.

Per la prevenzione si devono utilizzare tutte le accortezze per evitare il contatto del cane con gli insetti vettori, pappataci-flebotomi, chiudendo i cani la sera in ambienti con zanzariere ed utilizzando prodotti spot-on o collari repellenti.

Recentemente è stato introdotto un vaccino per la profilassi della leishmaniosi canina che prevede tre iniezioni effettuate a tre settimane d’intervallo ciascuna: il cane sarà protetto a partire dalla quarta settimana dopo la terza iniezione. Sarà poi necessaria solo una vaccinazione annuale di richiamo per mantenere attive le difese immunitarie del vostro cane nei confronti della malattia.

E’ indicata per i cani con più di sei mesi purché sani e non affetti da leishmaniosi.

Ricordiamo che la vaccinazione non esclude l’utilizzo di collari o fiale per uso spot-on, da applicare sulla cute, a base di piretroidi sintetici come la deltametrina o la permetrina per proteggere il cane dagli insetti vettori.

I parassiti

Di notevole importanza per la salute del nostro cane si rivelano alcuni controlli:

  • controllo dei parassiti esterni: pulci, zecche, pidocchi ecc. Si basa solitamente su applicazioni a cadenza mensile, durante tutto il periodo primaverile/estivo, di prodotti antiparassitari in spray, spot-on o collari. Ricordiamo che le zecche sono portatrici di alcune patologie molto pericolose per il cane come la piroplasmosi, malattia di Lyme ecc.
  • controllo dei parassiti intestinali: ascaridi, coccidi, tenie ecc. Deve essere fatto almeno una volta all’anno con un esame coprologico (feci) in coincidenza del vaccino. In caso di positività si somministrano delle compresse vermifughe da dosare in base al peso del cane.

Il microchip

Ricordiamo inoltre che è obbligatorio l’applicazione al cane del microchip identificativo e la conseguente iscrizione all’anagrafe canina presso l’ASL competente per territorio. Il sistema microchip consiste nell’applicazione di un transponder permanente sottocutaneo identificabile tramite apposito lettore.

Dopo l’acquisto o l’adozione, il cucciolo di pastore svizzero avrà a che fare con un ambiente completamente nuovo, sia che lo si tenga all’interno delle mura domestiche, sia fuori.

Questa razza canina si è molto diffusa negli ultimi anni grazie all’apprezzamento delle qualità della razza, che principalmente stanno nel carattere equilibrato, ottima predisposizione all’apprendimento e al contatto con l’uomo, buona resistenza e salute fisica.

Le doti innate di cui dispone il pastore svizzero non sono però sufficienti a garantire un corretto sviluppo psico-fisico, perché dati stimoli dall’ambiente esterno, se non controllati, influenzano negativamente il comportamento.

Per evitare brutte sorprese bisogna solo seguire poche e semplici regole.

Innanzitutto all’arrivo del cucciolo la casa deve già essere predisposta all’accoglienza, ovvero devono essere presenti le ciotole per acqua e cibo, una cuccia personale e, in secondo luogo, qualche gioco per l’intrattenimento.

Le zone riservate alla pappa e al relax sono molto importanti perché devono rappresentare momenti di tranquillità in cui il cucciolo sa di essere al sicuro e dove quindi può allontanarsi quando si sente stanco o poco disposto al gioco: è altrettanto importante fare imparare ai bambini questo concetto in modo che non lo vadano a disturbare.

Successivamente bisogna porre attenzione alla socializzazione del cucciolo: con adulti e bambini, con simili di altre razze e con altri animali domestici.

Il contatto con le persone avverrà quasi spontaneamente perché i cuccioli di pastore svizzero sono curiosi e giocherelloni, mentre con i cani si devono seguire due linee guida: la prima è quella di evitare un eventuale umiliazione del cucciolo da parte di un individuo adulto con tendenze dominanti mentre la seconda è quella di farlo interagire con cani di colore scuro, poiché alcuni pastori svizzeri bianchi adulti, di fronte a simili dal mantello nero hanno dimostrato reazioni di timore o addirittura panico, dovute evidentemente ad un errato processo di socializzazione.

Passando alla convivenza con altri animali domestici, i cuccioli di pastore svizzero tollerano bene i gatti, che tra l’altro impongono loro stessi le regole della convivenza, mentre per innato istinto predatorio canino potrebbero esserci difficoltà con roditori e volatili.

In tal caso è sufficiente liberare i piccoli animali solo quando siamo presenti, mentre in nostra assenza riporli al sicuro nella gabbietta e sistemarla in un luogo sicuro.

Naturalmente alcune di queste situazioni non si verificano quando il pastore svizzero viene allevato all’aperto: in questa situazione è immancabile una cuccia al coperto e attenzione a porre dei limiti con recinzioni, poiché i cuccioli di pastore svizzero proprio per la loro grande curiosità tendono ad esplorare molto l’ambiente circostante.

I cani possono essere colpiti da forme allergiche legate al consumo di certi alimenti.

I sintomi sono spesso a carico della cute (ma non solo) e senz’altro non sono da sottovalutare.

Sul nostro sito troverai alcune informazioni che ti aiuteranno ad interpretare i primi segnali, affinché ti possa rivolgere tempestivamente al veterinario.

Le allergie alimentari sono chiaramente patologie nelle quali la corretta nutrizione svolge un ruolo importante.

Una percentuale di cani tra l’1 e il 10% soffre di problemi cutanei, causati dall’alimentazione.

Per ridurre questi problemi è fondamentale evitare tutti gli alimenti secchi o umidi che contengono farine di cereali (mais o grano) come componente principale del mangime.

Su alcune razze l’alimentazione a crudo è una delle più indicate, imitando madre natura che ha creato il cane come un carnivoro e non per essere alimentato a crocchette industriali contenenti conservanti, aromatizzanti e derivati del mais.

Le allergie alimentari rappresentano la terza causa di disturbi dermatologici nei cani, dopo le allergie dovute ai parassiti e le dermatiti atopiche, malattie genetiche che colpiscono il sistema immunitario.

Predisposizione alle allergie alimentari

Come accade ad alcune persone, anche tra i cani esistono soggetti maggiormente predisposti alle allergie alimentari.

I cani più a rischio si riconoscono dai segnali di ipersensibilità: sono cani che soffrono regolarmente di prurito e hanno spesso la pelle rossa e irritata.

Le razze più predisposte a tali allergie sono Shar-Pei, Pastore Tedesco, Golden Retriever, Boxer, Carlino, West Highland White Terrier, Bull Terrier, Bullgdog e Bouledogue Francese.

Quando compaiono le allergie?

Le allergie possono manifestarsi ad ogni età ma i primi sintomi si presentano quasi sempre quando il cane è giovane.

A differenza delle allergie stagionali (per esempio, quelle dovute ai pollini), le allergie alimentari non compaiono in un momento specifico dell’anno, essendo collegate al consumo regolare di un dato cibo.

Quali sono i cibi più rischiosi?

Tutti i cibi possono essere la causa potenziale di un’allergia. Alcuni cani sviluppano reazioni immunitarie anomale alle proteine ingerite durante i pasti.

Le proteine che scatenano con maggior frequenza le allergie sono: pollame, manzo, latte, uova, grano/mais,  ecc.

Come faccio a capire che si tratta di allergia alimentare?

Per prima cosa, ai primi segnali di arrossamento o prurito intensi, per un controllo bisognerebbe portare il cane dal veterinario che probabilmente prescriverà una dieta specifica.

Spesso i veterinari in questi casi ricorrono alla cosiddetta “dieta ad eliminazione”: una pratica che rende più facile l’individuazione della proteina fonte di allergia.

In presenza di allergie è naturalmente fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del veterinario.

Il nostro allevamento di Pastore Svizzero Bianco privilegia un’alimentazione a crudo definita BARF (Bones And Raw Food) e i nostri cani godono di un’ottima salute!

Nell’uomo e negli animali albergano innumerevoli microrganismi su tutte le superfici corporee a contatto diretto o indiretto con l’ambiente esterno che si è visto per natura ricchissimo.

La presenza massiccia di microrganismi sulla cute o sulle mucose è un evento non dannoso, ma addirittura utile.

Così accanto a microrganismi con i quali gli animali hanno trovato un equilibrio da cui scaturiscono mutui vantaggi, si collocano microrganismi che svolgono un’attività di parassitismo senza recare vantaggio all’ospite: nel primo caso si parla di simbiosi nel secondo caso di commensalismo.

In biologia, il commensalismo è un’interazione non obbligatoria fra due esseri viventi in cui uno approfitta del nutrimento o degli scarti dell’altro senza procurare sofferenza o disturbo.

Un organismo tra i due trae dei benefici dall’altro e l’altro non è né danneggiato né aiutato.

Accanto ai simbionti e ai commensali, esistono altri microrganismi dotati della specifica caratteristica di provocare malattia: sono questi i patogeni.

Mentre i simbionti e i commensali possono evocare o meno un’infezione in dipendenza del rapporto, stabile o transitorio, che essi contraggono con l’ospite, i microrganismi patogeni manifestano una maggiore attitudine a indurre infezione, caratterizzata dal coinvolgimento del sistema immunitario.

Le malattie più comuni nel cane sono:

  • Cimurro (molto contagioso)
  • Enteriti da corona-virus
  • Epatite infettiva
  • Parvovirosi (molto pericolosa per i cuccioli)
  • Tracheo bronchite infettiva (tosse dei canili)
  • Filariosi cardiopolmonare
  • Infezione da Herpes Virus
  • Rabbia
  • Lehismaniosi (zoonosi indiretta)
  • Rogna (zoonosi)
  • Leptospirosi (zoonosi indiretta)
  • Micosi
  • Giardia
  • Demodicosi
  • Ascaridiosi (zoonosi)
  • Ecchinococcosi (zoonosi)
  • Malattia di Lyme
  • Pseudotubercolosi (zoonosi)

Alcune di queste identificate come zoonosi (malattie che possono essere trasmesse dal cane all’uomo) possono essere anche mortali come Rabbia Ecchinococcosi.