Il caso dei cani selvatici

canidi

Cane e lupo: animali molto simili, tanto che spesso si afferma che uno discenda dall’altro.

In realtà di questo non si è certi, visto che la somiglianza tra i resti fossili di queste specie non consente di dare una risposta precisa.

Il cane ha comunque origini remote nel tempo ed è interessante scoprire come esso ad un certo punto si sia separato dagli altri animali selvatici per evolversi in sintonia con gli esseri umani.

L’’esame della fauna selvatica mette in evidenza almeno quattro tipi contemporanei di “cani selvatici”:

  • il dingo, l’unico mammifero placentare (oltre all’uomo) presente in Australia nel XVIII secolo (arrivo degli europei);
  • il dhole, cane che vive in Asia e che si è adattato particolarmente bene alle foreste molto fitte;
  • il licaone, cane africano che vive nelle savane alberate del Sud Sahel e dell’Africa orientale;
  • il Cane Canoro della Nuova Guinea, un cane autoctono che “canta” ma non abbaia.

Lo studio di questi cani selvatici da parte di alcuni gruppi di scienziati dimostra, contrariamente a quanto è stato descritto per il lupo, che la nozione di docilità non è il risultato di una qualche forma di immaturità, bensì di una forte capacità di appropriarsi dell’’ambiente umano.

Per questi autori, lo stesso si può dire per i cani randagi, la cui popolazione è stimata in oltre 300 milioni di individui sulla terra, i quali vagano liberamente in mezzo agli uomini, nelle campagne, nei villaggi e nelle città.

Nei paesi poveri, questi cani dall’’aria anonima sono tollerati perché svolgono il ruolo di spazzini e anche di sentinelle, dando l’’allarme in caso di catastrofe naturale, di presenza di animali feroci o più semplicemente di visitatori.

Gli scavi archeologici sembrano far risalire ad almeno 12.000 anni fa i primi cani addomesticati in Eurasia e in Medio Oriente.

Nel contempo sembra che nessuno scheletro di una forma di passaggio “tra lupo e cane” sia stato scoperto (la grotta del Lazaret nel sud della Francia, datata a 12.500 anni prima della nostra era, presenta un cranio di lupo disposto all’’ingresso di ogni riparo).

Considerando i vari morfotipi di cani ritrovati fino ad oggi (cani leggeri di Mesopotamia, molossoidi dell’’Europa settentrionale) è quindi del tutto possibile ritenere che in luoghi distanti e in periodi distinti vari tipi di cani selvatici che si aggiravano intorno agli accampamenti umani si siano progressivamente abituati all’’uomo.

In tale ambito, l’’uomo li avrebbe addomesticati adottando i meno selvatici e sfruttando le capacità di socializzazione dei piccoli.